Vaccini: studio su intera popolazione Pescara,nessun rischio

Abruzzo
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Ricerca di Manzoli, dati fino a 18 mesi da somministrazione

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(ANSA) - PESCARA, 29 DIC - Anche a distanza di 18 mesi dall'ultima somministrazione, per le persone vaccinate, rispetto ai non vaccinati, non è aumentato il rischio di morte o eventi avversi gravi (tra i quali infarto, ictus, arresto cardiaco, miocarditi, pericarditi). Lo rivela uno studio nell'ambito del quale è stata seguita per oltre un anno l'intera popolazione della provincia di Pescara. La ricerca, pubblicata sulla rivista Vaccines, è stata svolta nella Asl di Pescara ed è stata coordinata da Lamberto Manzoli, medico epidemiologo e direttore della Scuola di Sanità Pubblica dell'Università di Bologna.
    La ricerca - che ha coinvolto anche studiosi dell'Università di Ferrara - ha seguito per oltre un anno l'intera popolazione della provincia di Pescara. Sono stati raccolti tutti i dati sanitari dei residenti ed è stato possibile confrontare la frequenza di diverse malattie gravi, per le quali si è ipotizzata una correlazione con le vaccinazioni. Nessuna delle dieci patologie esaminate è stata più frequente tra i vaccinati, rispetto ai non vaccinati. Lo studio è al momento l'unico al mondo che ha potuto seguire la popolazione per più di un anno, controllando le analisi per numerosi possibili fattori di confondimento, tra i quali l'età, il sesso, ed il rischio clinico dei partecipanti.
    Nello studio, sia i decessi per tutte le cause sia i decessi per cause diverse dal Covid-19 e, infine, tutte le patologie prese in esame, sono stati meno frequenti tra le persone vaccinate, indipendentemente dal sesso, dall'età e dal profilo di rischio clinico. (ANSA).
   

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