Tar ha respinto nel merito ricorso del Comune 2° in graduatoria
(ANSA) - CALASCIO, 26 MAG - "Eravamo in attesa del pronunciamento del Tar, ma nel frattempo avevamo comunque presentato al ministero le integrazioni richieste, in particolare quella per le modalità di gestione del progetto. Che si chiama 'Rocca Calascio Luce d'Abruzzo' proprio perché il castello, conosciuto in tutto il mondo e visitato da centomila persone l'anno, rimane un progetto dell'intera regione". E' il commento del sindaco di Calascio Paolo Baldi dopo che il Tar Abruzzo ha respinto nel merito il ricorso del Comune di Lama dei Peligni, secondo in graduatoria, riconoscendo la correttezza e la regolarità con cui la commissione ha scelto la Rocca di Calascio quale progetto beneficiario dei 20 milioni del Pnrr per 'Attrattività dei Borghi'.
"Il Comune - spiega Baldi - ha sottoscritto lettere d'intenti con aziende locali interessate a partecipare al progetto, le attività saranno a beneficio di tutto il territorio circostante, perché Calascio ha dimensioni ridotte. Il bando ha comunque messo in campo nella regione altre 16 progettazioni eccellenti che spero non rimangano sulla carta; se messe in atto, anche in parte, potrebbero cambiare volto a tutto l'Abruzzo, specie nelle zone interne. Ora attendiamo il decreto ministeriale per avviare gli interventi".
La proposta prevede la realizzazione di un polo della cultura con azioni complementari: un albergo diffuso nei palazzi chiusi e semiabbandonati, un'area per il campeggio e il sostegno all'attività tradizionale della pastorizia con una scuola dedicata, oltre al restauro dell'area della Rocca.
Paolo Baldi, sindaco di Calascio da ottobre 2021, la settimana scorsa è stato ospite del Salone Internazionale del Libro di Torino, intervistato in collegamento da Marco Zaccarelli all'interno dell'Agorà dell'Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci). Baldi ha raccontato la sua storia, quando nel 1993 si trasferì da Roma con la famiglia nel paese di circa cento abitanti con l'intento di recuperare il borgo sotto al Castello, abbandonato negli anni '50. Una sfida vinta, visto che dal recupero di residenze e casolari abbandonati, a fine anni Novanta nel borgo c'erano nuove strutture ricettive poi divenute mèta di turismo internazionale. (ANSA).