25 aprile:cerimonia a Pescara,inno con ragazzi Conservatorio

Abruzzo

Prefetto sottolinea importanza valori per giovani generazioni

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(ANSA) - PESCARA, 25 APR - Celebrata anche a Pescara la giornata del 25 aprile e il 77esimo anniversario dalla Liberazione. In Piazza Garibaldi si sono ritrovate questa mattina alle 10 le massime autorità civili e militari per la celebrazione solenne. Il prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo dopo aver passato in rassegna i rappresentanti dei corpi schierati, dopo l'alza bandiera affiancato dal sindaco Carlo Masci e dal vice presidente della Provincia Giorgio De Luca, ha deposto una corona d'alloro ai piedi del monumento ai caduti militari e civili di tutte le guerre. Successivamente sono stati letti i messaggi del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. L'inno d'Italia e il programma musicale è stato eseguito dai ragazzi del Conservatorio Luisa d'Annunzio.
    Presente alla cerimonia fra gli altri il Procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli. In Piazza Garibaldi anche rappresentanza degli studenti del Liceo Classico Gabriele D'Annunzio, del Liceo Scientifico Galileo Galilei, dell'Istituto Tecnico Tito Acerbo e dell'Istituto Alberghiero De Cecco che hanno esposto delle riflessioni sul significato della ricorrenza. "Ci tengo a sottolineare - ha detto il prefetto Giancarlo Di Vincenzo - la novità di quest'anno con una presenza attiva dei ragazzi delle scuole. Ho voluto fortemente che i ragazzi fossero protagonisti con un messaggio e devo dire che sono stati bravissimi e questo ci fa essere ottimisti per il futuro. Quella di oggi, come ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella, è una giornata importante che deve ricordarci il valore della libertà e indipendenza dalla lotta contro ogni totalitarismo e sono i valori fondativi della nostra democrazia che bisogna preservare, ed è fondamentale che questi valori si rinnovino nelle giovani generazioni". "Parlare di guerra - ha detto il sindaco Carlo Masci - è purtroppo oggi una realtà che pensavamo non dover più rivivere e invece la Jugoslavia ieri e l'Ucraina oggi ci fanno vivere nuovamente questo dramma". (ANSA).
   

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