Vinitaly: grande interesse per produttori Abruzzo

Abruzzo
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Nel pomeriggio degustazione sulla Villamagna Doc

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(ANSA) - VERONA, 10 APR - A Vinitaly, nell'ampio spazio collettivo regionale di 1.500 metri quadrati, i produttori abruzzesi presenti - un centinaio, dei quali 48 nell'area allestita dal Consorzio Tutela Vini d'Abruzzo - hanno goduto di tanta attenzione da parte delle persone presenti in questa prima giornata della fiera. L'Abruzzo del vino, guidato dal Montepulciano d'Abruzzo portabandiera, si attesta tra le regioni più interessanti in un'ottica di prospettive future.
    Nel pomeriggio il pubblico internazionale ha potuto partecipare ad una degustazione - guidata da Lorenzo Ruggeri del Gambero Rosso - sulla Villamagna DOC, un grande vino fatto di piccoli numeri. Villamagna DOC è infatti l'ultima Denominazione nata in Abruzzo nel 2011 e dal 2018 i produttori hanno fondato l'Associazione Generazioni del Villamagna DOC che racchiude la storia del borgo medievale da cui prende il nome e la visione proiettata al futuro dei suoi membri.
    Un'ottima occasione per conoscere da vicino una delle tante identità territoriali, portate in evidenza dal recente Modello Abruzzo approvato dal Mipaaf. "Crescono la qualità e anche la visibilità dei nostri vini", spiega il presidente del Consorzio Valentino Di Campli. "Sono molto contento di essere tornato ad accogliere il pubblico in presenza con le tante novità delle nostre aziende che qui presentano tutte le loro nuove annate, abbiamo una scelta davvero ampia e variegata da proporre ai mercati e i numeri degli ultimi mesi ci confermano che l'interesse nei confronti dell'enologia abruzzese è in continua crescita".
    "In questa edizione del Vinitaly - ha esordito il vice presidente con delega all'agricoltura Emanuele Imprudente - presenteremo un nuovo Abruzzo che fa finalmente leva su un'identità regionale comune, esaltata dalle peculiarità e dai valori dei singoli territori. La svolta strategica del 'modello Abruzzo' vuole essere il paradigma di un'opportunità, un percorso di crescita qualitativa del mondo enologico all'interno di un territorio sempre più coeso e capace di fare squadra che consentirà finalmente ai nostri vini di esaltare le potenzialità e di acquisire maggiore credibilità nel mercato. Occorre fare sistema". (ANSA).
   

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