Giornalisti: morto Paolo Guadagni

Abruzzo

È stato corrispondente dell'Ansa dalla Marsica per decenni

(ANSA) - PESCARA, 08 MAR - Dopo una breve malattia si è spento ieri all'età di 73 anni il giornalista Paolo Guadagni, per circa un trentennio, dal 1984 al 2012, corrispondente dell'ANSA dalla Marsica. Il Presidente dell'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo, Stefano Pallotta, a nome del consiglio dell'Ordine, nell'esprimere profondo cordoglio, formula vive condoglianze alla moglie Elena e ai figli Vincenzo e Maria Teresa, giornalista come il padre.
 

   "Con la morte di Paolo - ricorda Pallotta - scompare una figura pionieristica del giornalismo televisivo, marsicano e abruzzese. Aveva iniziato la sua carriera, nei primi anni '70, con la televisione via cavo, Telemarsica, una delle prime televisioni private d'Italia. Quando Telemarsica transitò sulle frequenze dell'etere, Paolo entrò nelle case dei cittadini di avezzano e marsicani come conduttore del telegiornale. La trasformazione di Telemarsica in Atv-7, nei primi anni '80, lo vede ancora protagonista della redazione della tv regionale. Nel 1986 è tra i primi collaboratori del quotidiano 'Il Centro'. Gli ultimi 30 anni della sua attività professionale Paolo li ha trascorsi come direttore responsabile di Antenna 2".

   Guadagni aveva anche molti interessi oltre al giornalismo: tifoso del Milan e grande esperto di funghi, ricopriva il ruolo di presidente della sezione marsicana del Gruppo ecologico micologico abruzzese (Gema); inoltre era stato segretario dell’Istituto per l’Agricoltura “Serpieri” di Avezzano per anni. Per conto dell'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo, sei anni fa, era stata designato come giudice integrato, presso la Corte d'Appello dell'Abruzzo, per i procedimenti disciplinari relativi ai giornalisti.

   "Con Paolo - afferma Stefano Pallotta - ho condiviso lunghi anni di attività professionale. Era un collega di grande esperienza, sempre pronto a qualsiasi sacrificio pur di offrire il suo contributo alla causa del giornalismo. Non esistevano difficoltà in grado di fermarlo: riusciva sempre a trovare, con grande scrupolo professionale, la strada giusta per la verifica delle notizie. Aveva un senso innato per il rispetto della dignità delle persone e questa sua umanità la riversava meticolosamente nell'attività professionale. Non conosceva cinismo. Scompare un vero professionista e un amico come pochi" (ANSA).

   

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