Lettera aperta dei genitori. 'Non siamo in un Paese civile'
Ormai da dieci anni le viene negato un insegnante di sostegno, nonostante la battaglia avviata dai genitori, tra sentenze del Tar e diffide legali. È la storia di una bambina affetta da una delicata condizione clinica di sindrome di Down e crisi epilettiche, che frequenta una scuola nel teramano. A raccontarla in una lettera aperta sono i genitori, secondo i quali quello che sta accadendo nella scuola della figlia, "i diritti che le sono stati negati e i conseguenti danni subiti non sono cosa degna di un paese civile".
La mamma della bambina parla di un "calvario" che ha inizio dieci anni fa dalla scuola dell'infanzia. Negli ultimi due anni né la scuola né l'Ufficio scolastico provinciale "si sono dimostrati in grado di trovare una soluzione". Il risultato, racconta la mamma, è che dal settembre 2017 alla bambina sono stati assegnati prima un insegnante ordinario, di inglese, e poi uno di educazione fisica, al posto di un "docente di sostegno qualificato, accampando come scusa la 'carenza di organico'".
Secondo quanto si apprende, il ministero dell'Istruzione ha disposto l'invio di una ispezione presso la scuola, con l'obiettivo di ricostruire e chiarire definitivamente il caso. La vicenda era già nota all'Ufficio Scolastico Regionale per l'Abruzzo e seguita dall'Ambito territoriale di Teramo dallo scorso mese di ottobre.
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