Insinna in teatro con detenuti, applausi

Abruzzo
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'Dalle sbarre alle stelle', 10 carcerati recitano storia vera

(ANSA) - PESCARA -  (di Elisabetta Guidobaldi) - Tutti sul palco nel gran finale con indosso le magliette e la scritta 'Dalle sbarre alle stelle' insieme a un testimonial d'eccezione, l'attore Flavio Insinna, e al regista Rai, anche tra le firme di Blob, Fabio Masi, autore del libro da cui è partito il progetto. Ad appoggiare l' iniziativa il Teatro Stabile d'Abruzzo con il suo direttore artistico, Simone Cristicchi. L'adattamento teatrale è stato curato in collaborazione con il regista Ariele Vincenti. In scena, ieri, con debutto e applausi, dieci detenuti del carcere di Pescara che hanno recitato, al teatro della casa circondariale, davanti a 170 persone, nello spettacolo 'Dalle sbarre alle stelle', come appare sulle maglie, e che racconta la storia vera di Attilio Frasca. Classe '70, cresciuto in una borgata alla periferia di Roma, attore nel ruolo di se stesso, Frasca sta scontando una pena a 30 anni. Durante questo suo lungo percorso, giunto quasi a metà, al suo fianco un amico di sempre, Massimo, che gli è rimasto vicino avviando con lui un rapporto epistolare. Cento lettere scritte in un decennio, raccolte nel libro firmato dallo stesso Frasca e da Masi (edizioni Itaca) divenuto oggi testo teatrale. Nei panni dell' amico Massimo c'è Flavio Insinna che interpreta la voce narrante. Il tutto coadiuvato dalle musiche del cantautore romano Emilio Stella e da una mostra fotografica allestita per un giorno nel corridoio del carcere e realizzata con gli scatti di scena del fotografo Antonello Nusca. Un'ora di spettacolo in cui la vita esterna e il regime di detenzione si alternano in una commistione che non fa sconti morali. Sopra tutto aleggia quel concetto di 'redenzione' che culmina nella scena finale pensata come un'ultima cena e sulla quale le luci si spengono facendo arrivare, potente, la richiesta di avere un'altra possibilità. "Ogni sera rivivo i miei errori voglio riprendermi la mia vita, quella che leggevo negli occhi di mio padre", recita Frasca. E canta: "Solo scacchi nel cielo posso 'guardà'". "Ci salviamo solo insieme. La vita è insieme - ha detto Insinna - la vita è l'arte dell'incontro". Un'esperienza, questa di Pescara, in cui "abbiamo vissuto una sequenza di emozioni: conoscersi, capirsi, scardinare il testo. Qui si viene senza pregiudizio", ha aggiunto Insinna. Ecco quindi sul palco materializzarsi l'infanzia di un uomo trascorsa a giocare sui prati di borgata a Roma, gli anni dell' adolescenza e quelli sempre più bui tra droga, furti e risse allo stadio e, poi, in un crescendo di follia, il gesto irreparabile e la condanna. A stemperare il difficile racconto alcuni passaggi ironici e giocosi, come la scena del mare, del ballo dedicato all'Abruzzo e dei travestimenti per interpretare la mamma e la fidanzata di Frasca. Il progetto è durato sette mesi. In prospettiva, come ha riferito il direttore della casa circondariale di Pescara, Franco Pettinelli, l'intenzione di promuovere l'iniziativa in teatri di Pescara e Chieti, durante incontri definiti con l' Ufficio scolastico. "Il cambiamento è possibile - ha detto Pettinelli - se anche noi ci impegniamo e tendiamo la mano".

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