Milano, al Mudec in mostra la "protesta visuale" di Banksy

Spettacolo
La mostra ospita oltre 70 opere dell'artista inglese (Fotogramma)

Dal 21 novembre 2018 al 14 aprile 2019 le sale del Museo delle culture ospiteranno un'esposizione dedicata al genio inglese della street art  FOTOGALLERY

Dalla strada alle sale di un museo. Il 21 novembre a Milano apre i battenti "A visual protest. The art of Banksy", la mostra dedicata al genio inglese della street art. Dipinti e sculture, tutte provenienti da collezioni private, troveranno posto all’interno delle sale del Museo delle culture (Mudec) fino al 14 aprile 2019 in una mostra non autorizzata direttamente dallo stesso Banksy, così come le precedenti. L’artista infatti, come spiega in una nota il Mudec, "continua a difendere il proprio anonimato e la propria indipendenza dal 'sistema'".

Oltre 70 lavori

"A visual protest. The art of Banksy" è stata curata da Gianni Mercurio e raccoglie oltre 70 opere tra cui dipinti, litografie, serigrafie, print numerati, fotografie, video e circa 60 copertine di vinili e cd da lui disegnati, oltre a una quarantina di memorabilia. L'obiettivo della monografica, la prima organizzata all’interno di un museo pubblico italiano, è raccontare attraverso uno sguardo retrospettivo l'opera e il pensiero di Banksy. Per riuscirci il curatore ha diviso le opere per generi e temi ripercorrendo l’intera carriera dell’artista. Una parte della mostra è dedicata, ad esempio, all'idea e alla pratica della serialità ed ospita le serie "Tesco", che rappresenta un tributo alle opere di Andy Warhol. Un’intera sezione, invece, è dedicata ai murales che Banksy ha realizzato in diverse parti del mondo attraverso video che ne raccontano la genesi, e in qualche caso la cancellazione. In mostra anche i suoi famosi ratti, che per l’artista assumono una dimensione metaforica.

Tra i nomi di spicco della street art

Banksy è considerato uno dei più noti rappresentanti della street art contemporanea. La sua fama comincia a decollare negli anni Novanta a Bristol, in Inghilterra, dove compaiono le sue prime opere. Negli anni successivi, l’artista ha allargato il suo raggio d’azione dipingendo sui muri di diverse città del mondo ma mantenendo sempre nascosta la propria identità. I suoi lavori hanno una chiave satirica e provocatoria e affrontano temi politici o etici, attraverso un registro facilmente interpretabile. "Le sue opere -  sostiene lo street artist americano Shepard Fairey - sono piene di immagini metaforiche che trascendono le barriere linguistiche. Le immagini sono divertenti e brillanti, eppure talmente semplici e accessibili: anche se i bambini di sei anni non hanno la minima idea di che cosa sia un conflitto culturale, non avranno alcun problema a riconoscere che c’è qualcosa che non quadra quando vedono la Monna Lisa che impugna un lanciafiamme".

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