Christo, chi è l’artista della “land art”

Spettacolo

Bulgaro classe 1935, a Londra ha appena realizzato “Mastaba”, la riproduzione di un’antica tomba egizia all’interno del laghetto di Hyde Park. Nel 2016 ha installato un ponte galleggiante sul Lago d’Iseo che ha avuto un enorme successo

L’ultima volta che è stato in Italia, nel 2016, era sul Lago d’Iseo per la sua The Floating Piers, una passerella galleggiante che ha attirato oltre un milione di visitatori. È stato in quell’occasione che tanti hanno cominciato a parlare di Christo, l’artista bulgaro che in questi giorni è tornato alla ribalta mettendo in scena “Mastaba”, la riproduzione di un’antica tomba egizia all’interno del laghetto di Hyde Park, a Londra.

Nato in Bulgaria nel 1935

Christo Vladimirov Yavachev è nato in Bulgaria il 13 giugno del 1935. Considerato un apolide, in gioventù rinuncia al suo cognome slavo per utilizzare unicamente il suo nome, con cui è diventato famoso. Poco più che ventenne lascia il suo Paese e si trasferisce prima a Praga, poi a Vienna, infine a Parigi. In questo periodo comincia a realizzare le sue opere: in un primo momento ritratti e dipinti astratti, in seguito si dedica ad "impacchettare" vari tipi di oggetti come lattine, bottiglie, sedie, perfino una macchina. Questi lavori suscitano interesse in molte persone, tra cui vi sono Arman e Yves Klein, con cui Christo si unisce nel movimento Nouveau Réalisme. In seguito, con la moglie Jeanne Claude Denat de Guillebon, morta nel 2009, inizia un percorso comune molto fiorente dal punto di vista artistico. Christo e Jeanne-Claude sono fra i maggiori rappresentanti della “land art” e realizzatori di installazioni su grande scala. Insieme creano alcune delle opere visivamente più spettacolari del XX e del XXI secolo. Scopo primario dell’artista è da sempre quello di creare opere d’arte spettacolari, gioiose e totalmente gratuite per i visitatori.

Gli inizi

La prima collaborazione di Christo e Jeanne-Claude è nel porto di Colonia. L’anno dopo, a Parigi, viene messa in scena la loro prima opera monumentale: Rideau de Fer, un muro di barili d'olio a bloccare rue Visconti, nei pressi della Senna. L’installazione era una chiara protesta contro il muro di Berlino. Nel 1964 la coppia si trasferisce negli Stati Uniti. E da lì continua a creare. Secondo la critica Christo e Jeanne-Claude, con le loro opere, hanno superato i limiti tradizionali della pittura, della scultura e dell’architettura. Insieme hanno cambiato il concetto stesso di “arte pubblica”, creando opere temporanee dalla durata volutamente effimera.

L’impacchettamento del Parlamento tedesco

La performance più famosa di Christo e Jeanne-Claude è l’impacchettamento del Reichstag, a Berlino, nel 1995. L’opera ha attirato nella capitale tedesca centinaia di migliaia di persone. Per l’occasione, il Parlamento tedesco è stato coperto da 100mila metri quadri di tessuto di propilene argentato e legato con 15 chilometri di cavi. All’impresa hanno lavorato 70 climber specializzati e oltre 120 operai. L’installazione dà alla coppia una fama mondiale.

Il rapporto con l’Italia

Christo, in compagnia della moglie, sbarca per la prima volta in Italia nel 1963, anno della prima personale alla Galleria Apollinaire a Milano. Seguono altre mostre a Roma, Venezia e Torino, l’anno dopo. Negli anni Sessanta la coppia “impacchetta”, senza autorizzazione, per la prima volta un monumento nel nostro Paese: si tratta di una statua a Villa Borghese, a Roma. Nel 1968, durante il Festival dei Due Mondi a Spoleto, Christo e Jeanne-Claude “impacchettano” la torre medievale e la Fontana barocca sulla piazza del Mercato. Nel 1970 Christo e Jeanne-Claude, a Milano, realizzano in contemporanea due opere, impacchettando la statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo e il monumento a Leonardo da Vinci in piazza della Scala. Poi, Christo è tornato nel nostro Paese con la passerella sul lago d’Iseo che, nell’estate del 2016, ha portato nella località lombarda circa un milione e 200mila visitatori.

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