Storie di riscatto nello spettacolo 'Il posto giusto'
(ANSA) - GENOVA, 07 NOV - Millecinquecento studenti hanno riempito il teatro Carlo Felice per lo spettacolo "Il posto giusto" organizzato dalla comunità di San Patrignano nell'ambito del progetto "We Free" dedicato alla prevenzione.
"Utilizzare il teatro come forma di comunicazione funziona molto bene perché arriva in brevissimo tempo ad una platea molto ampia. Lo avevamo già proposto nel 2019 ed aveva avuto successo tanto che in quella occasione uno dei presenti poi ci aveva contattato per superare i suoi problemi personali - ha spiegato Silvia Castelli Malacalza, ambasciatrice della comunità di San Patrignano-. Purtroppo questi due anni chiusi in casa per età difficili come i ragazzi delle medie o dei primi anni delle superiori proprio quando avrebbero avuto bisogno di socialità rischiano di portare danni tremendi in futuro. Non parlo solo di droga ma anche di bullismo, cyber bullismo e anoressia. Le forme di disagio di chi arriva in comunità sono veramente tante".
A raccontare la propria storia sul palco Verena, ragazza di vent'anni di Bolzano, che a 15 è entrata in comunità dopo aver abusato a lungo di psicofarmaci, alcool, e droghe.
Un progetto in scena grazie a sponsor come Banca Generali e il Genoa, che devolverà parte dell'incasso della prossima sfida casalinga con il Como oltre ad aver messo a disposizione gratuitamente centinaia di biglietti per i ragazzi in sala e presente con il centrocampista Stefan Ilsanker. Ma soprattutto grazie "alla sinergia molto felice tra il Comune di Genova, la Regione Liguria, Alisa e l'ufficio scolastico regionale".
"Vedere tanti ragazzi riempire il teatro è un'immagine bellissima - ha sottolineato il sindaco di Genova Marco Bucci-.
Il messaggio è che bisogna fare prevenzione ma soprattutto coinvolgere i ragazzi e dare a loro prospettive per il futuro, dare a loro convinzione e certezza che facendo certe cose si ottengono risultati. Ognuno è responsabile della propria vita e soprattutto queste nuove generazioni sono responsabili della loro vita e sono loro che devono decidere di non rovinarsela".
(ANSA).