Ponte: via a processo;Comitato, verità oggettiva sia processuale

Liguria

59 gli imputati. Accusa: sapevano del degrado e non intervennero

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(ANSA) - GENOVA, 05 LUG - "Il ponte Morandi è stato solo un iceberg di un sistema marcio. Ci sono troppi interessi in campo e noi speriamo solo che la verità oggettiva diventi verità processuale. Che la verità processuale abbia una corrispondenza con la verità reale". La verità processuale è quella che si aspetta Egle Possetti, portavoce del comitato Ricordo vittime del ponte Morandi, alla vigilia dell'inizio del processo (7 luglio), per quelli che, secondo l'accusa, sono i responsabili del collasso del viadotto della A10, avvenuto il 14 agosto 2018 causando 43 morti. Sono 59 le persone imputate, tra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava di manutenzione e ispezioni), attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, crollo doloso, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno, buona parte degli imputati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla. Aspi e Spea sono uscite dal processo patteggiando circa 30 milioni.
    "Abbiamo tanta aspettativa - continua Possetti - ma anche tanta preoccupazione. Ci sono troppe parti civili che potrebbero chiedere il riconoscimento delle loro ragioni in sede civile. Ci vorrebbero norme che prevedano procedimenti diversi. Questo è un processo che riguarda 43 morti, non è possibile che sia appesantito, l'iter processuale deve andare senza intoppi mentre così si allungano troppo i tempi e con il rischio che alcuni reati si prescrivano". (ANSA).
   

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