l'11% usa sostanze sintetiche,provate anche dal 2% dei 12-13enni
(ANSA) - GENOVA, 05 GIU - Report a cura di Asl3 e Ufficio scolastico regionale con dati raccolti nell'anno scolastico 2021-2022 sul tema 'Educazione a un corretto stile di vita', curato a Patrizia Balbinot e Gianni Testino di ASL3 Liguria.
Agli incontri hanno partecipato 3.805 ragazzi dai 9 ai 17 anni e 194 docenti di tutta la provincia di Genova. I ragazzi sono stati suddivisi per fascia d'età, il gruppo più rappresentativo è stato quello fra i 14 e i15 anni. I quesiti hanno riguardato temi come il consumo di alcol in compagnia con amici, il fumo di sigaretta e cannabis, le nuove sostanze sintetiche, bullismo e cyberbullismo. Inoltre è stato chiesto ai ragazzi se sono mai stati dallo psicologo e se si perché.
Questi i punti chiave: dal 22% al 90% dei ragazzi tra i 9 e i 17 anni consuma alcol con gli amici nonostante vendita e somministrazione di alcolici sia vietata. Il binge drinking (bere oltre 5 bicchieri in poco meno di due ore) in momenti conviviali sale al 42% fra i 16-17 anni. L'8% tra i 12 e i 13 anni almeno una volta nella vita ha fumato sigarette o dispositivi elettronici, percentuale che sale al 21% fra i 14-15 anni e 42% fra i 16-17 anni. Il 30% dei sedici-diciassettenni fuma tutti i giorni sigarette o dispositivi elettronici. il 10,9% tra i 12 e i 13 anni ha provato almeno una volta la cannabis, percentuale che sale al 16.9% fra i 14-15 anni e al 37.8% fra i 16-17 anni. Le nuove sostanze sintetiche sono state provate dal 2% fra i 12-13 anni, 4% fra i 14-15 anni e l'11% fra i 16-17 anni. Il 2,2% dei sedici-diciassettenni le consumano quotidianamente. Alcuni ragazzi hanno inserito nelle nuove sostanze sintetiche l'uso di farmaci non prescritti come le benzodiazepine. È stata trovata una correlazione significativa fra necessità di frequentare lo psicologo con il binge drinking, consumo di cannabis e nuove sostanze sintetiche. In una percentuale elevata di casi (circa il 60%) i ragazzi che sono in cura dallo psicologo non dicono ai genitori né allo psicologo di consumare cannabis e di praticare il binge drinking. Per quanto riguarda bullismo e cyberbullismo il 21% dei ragazzi tra i 14 e i 15 anni dice di averli subiti: di questi il 42% ha chiesto aiuto.
"Questi dati - si legge nella nota di commento al report - mettono in luce le carenze metodologiche di prevenzione che sino a oggi sono state utilizzate In realtà non è teoricamente così complicato apportare cambiamenti significativi nella nostra Comunità. Innanzitutto - sottolineano gli autori - l'attività di prevenzione deve essere svolta come un vero e proprio insegnamento nella scuola primaria. Indipendentemente dagli esempi degli adulti può essere possibile "normalizzare" uno stile di vita assolutamente "non ascetico", ma corretto. L'attività informazionale/interattiva nella scuola primaria con l'eventuale ausilio della "peer education" costituita da più incontri negli ultimi tre anni può cambiare lo scenario: può diventare normale acquisire una visione del mondo che aiuti a non utilizzare tossici (fumo, alcol e sostanze), ad utilizzare ogni occasione per muoversi, ad annoiarsi a stare ore su un social preferendo il contatto diretto e altro". In ogni incontro, scrivono gli esperti, l'interattività e la preparazione per la "peer" deve fondarsi su poche e semplici informazioni scientificamente corrette che affrontano gli argomenti principali che influenzeranno il futuro dei nostri giovani attraverso un filo conduttore che dimostra che nessuna tematica può essere trattata efficacemente se affrontata separatamente dalle altre"..
I ragazzi tra i 12 e i 13 anni presi a campione per il report Report curato da Asl3 e Ufficio scolastico regionale con dati raccolti nell'anno scolastico 2021-2022 sul tema 'Educazione a un corretto stile di vita', curato a Patrizia Balbinot e Gianni Testino di ASL3 Liguria vorrebbero insegnare ai propri genitori a non essere razzisti. E' una delle risposte presenti nel report, una riflessione che compare tal quale nella fascia di ragazzi tra i 14 e i 15 anni che vorrebbero insegnare ai propri genitori a non essere razzisti né omofobi. Proprio in questa fascia d'età le risposte al quesito "hai qualcosa da insegnare ai tuoi genitori/agli adulti" sono pregnanti: su 381 ragazzi, 60 vorrebbero insegnare l'educazione, il rispetto e la gentilezza ai propri genitori, 50 ragazzi a non essere omofobi né razzisti, 80 a non fumare e bere meno, 40 a cucinare meglio, 20 a stare meno al cellulare e 20 a essere meno infantili. Tra i 16 e i 17 anni risposte analoghe e la richiesta esplicita a non far ricadere lo stress dei genitori sui figli.