Concorsi Università: pm, professore usava colleghi per suoi fini

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 Tra le persone favorite dal sistema dei bandi truccati al dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Genova c'era anche il figlio del professore emerito di diritto costituzionale Pasquale Costanzo, Luca. Il quale aveva ottenuto l'assegno di ricerca dalla commissione presieduta dalla prorettrice, che si è dimessa ieri, Lara Trucco.
    Nelle carte dell'inchiesta depositate dal pubblico ministero Francesco Cardona Albini, la procura parla esplicitamente di una relazione tra la stessa Trucco e Pasquale Costanzo. Un fatto che, secondo gli inquirenti, pur toccando la sfera privata, "costituisce un elemento rilevante ai fini investigativi in quanto in grado di spiegare l'intenso coinvolgimento del professore emerito nello svolgimento dei compiti istituzionali della collega, ben oltre la mera collaborazione scientifica".
    L'inchiesta della guardia di finanza vede indagate 20 persone, tra docenti, ricercatori e personale amministrativo. La procura ha chiesto l'interdittiva per sei professori e gli arresti domiciliari per la Trucco e Costanzo. Il gip deciderà nei prossimi giorni. L'inchiesta era partita dopo un esposto e il ricorso al Tar di una avvocatessa esclusa dal concorso.
    Costanzo, sostiene il pm, utilizzava i suoi rapporti con i colleghi per i suoi fini. Un fatto che emerge anche dalla mail che, dopo il ricorso dal Tar da parte dell'avvocatessa esclusa, il professore emerito le invia per convincerla a desistere promettendo che avrebbe usato la propria influenza per farle ottenere una docenza a contratto a Imperia. E dopo il rifiuto, Costanzo in una successiva mail fa un ultimo tentativo: "programmazione concordata con il necessario gentlemen agreement potrebbe sortire risultati non disprezzabili". 
   

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