Aumento fino al 150% costi fertilizzanti, imballaggi e gasolio
(ANSA) - GENOVA, 01 APR - La guerra in Ucraina e il blocco del mercato russo hanno causato un calo del 30 per cento delle vendite di fiori in Liguria. Lo comunica Coldiretti. Anche i rincari delle bollette stanno mettendo in ginocchio le imprese agricole.
Già per la festa della donna, l'8 marzo, erano state registrate gravi difficoltà per la vendita della mimosa: in Liguria si concentra il 90% della produzione italiana e i fiori raccolti quest'anno sono stati venduti in cartoni da tre chili, a un prezzo che oscilla tra i 26 e i 31 euro. Ci sono state parecchie difficoltà nelle esportazioni a causa dei blocchi imposti dal conflitto russo-ucraino e molti produttori sono rimasti con cartoni invenduti mentre altri, pur essendo riusciti a consegnare la merce, hanno avuto problemi nella ricezione dei pagamenti per le difficoltà nelle transazioni. Oggi, a più di un mese dall'inizio del conflitto, la perdita del mercato russo continua a colpire duramente il settore floricolo ligure, soprattutto nell'imperiese dove si concentra la maggior parte della produzione.
"La flessione delle vendite sta impattando anche sul prezzo di vendita con una riduzione delle quotazioni di circa il 20% - spiegano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. In compenso continuiamo a registrare aumenti sul fronte dei costi di produzione: i nostri floricoltori registrano aumenti da un minimo del 50% per spese di logistica e materie prime fino a un massimo del 150% per fertilizzanti, fitofarmaci, imballaggi, gasolio ed energia.
Questo conflitto è stato un ulteriore mazzata a seguito della pandemia ed è necessario intervenire prima possibile per salvaguardare la floricoltura made in Liguria e per tutelare quello che è un settore da primato della produzione italiana".
(ANSA).