In mostra a Sarzana ultima opera Obey, Make art no war

Liguria

Bandiera Ucraina come sfondo alla Marianna francese

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(ANSA) - GENOVA, 27 MAR - Una nuova e significativa opera arricchirà dalla prossima settimana la mostra Obey we the future - The art of Shepard Fairey, allestita dalla Fortezza Firmafede, che per l'occasione verrà prorogata fino a domenica 8 maggio. A partire da lunedì 28 marzo, infatti, anche l'ultima creazione dell'artista, una versione appena realizzata di Make art not war in cui i colori della bandiera ucraina fanno da sfondo all'immagine della Marianna francese, sarà esposta nella mostra.
    Le opere di uno degli street artist più famosi al mondo continueranno quindi ad essere esposte in tutti i weekend e i giorni festivi fino all'8 maggio grazie all'esposizione curata da Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, prodotta e organizzata da MetaMorfosi, con il sostegno del Comune di Sarzana e il patrocinio di Regione Liguria e direzione regionale Musei Liguria Mibac. "Make art not war - sottolineano Marziani e Antonelli - ha le funzioni della bandiera figurativa, la presa di coscienza collettiva che i colori di una bandiera sono una casa simbolica per la vita delle persone, per le storie umane con tutto il loro portato emotivo. Ci sembrava doveroso rendere quest'opera parte vitale della mostra, un'aggiunta che avviene nel pieno della guerra, con la speranza che una singola opera aumenti la coscienza etica sulle tragedie del mondo".
    In mostra si potranno osservare, per la prima volta a confronto, le tre immagini della Marianna, simbolo della Repubblica francese. "Siamo orgogliosi di ospitare a Sarzana una nuova opera di Obey, capace di veicolare un messaggio molto potente contro la guerra e i suoi orrori - ha detto la sindaca di Sarzana Cristina Ponzanelli. - Il linguaggio universale dell'arte conserva da sempre il potere di muovere le coscienze, e anche con questa occasione vogliamo condividere il messaggio dell'artista: si silenzino le armi e si diffonda la cultura, capace di unire e di non dividere, per fare arte e non la guerra". (ANSA).
   

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