Spezia, ottenevano anche reddito cittadinanza:danno 600mila euro
Finti contratti di lavoro per ottenere permessi di soggiorno o il rinnovo e, in alcuni casi, anche per poi ottenere il reddito di cittadinanza o l'assegno di disoccupazione. La guardia di finanza di La Spezia, coordinata dalla procura, ha sgominato l'organizzazione ed eseguito cinque misure cautelari: due agli arresti domiciliari e tre obblighi di firma. L'accusa è di essere promotori, organizzatori e membri di un'associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina.
L'indagine è partita nel 2019 da un controllo a una ditta di cantieristica navale di Sesta Godano (Sp). Dagli approfondimenti, coordinati dal procuratore capo Antonio Patrono, è emersa una vera e propria organizzazione criminosa, strutturata, collaudata e con una precisa ripartizione di compiti finalizzata al favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina, reati tributari e contro la fede pubblica.
In particolare, l'amministratore di diritto e di fatto dell'azienda rilasciavano la falsa documentazione di assunzione o le buste paghe finte a stranieri che venivano "agganciati" da altri tre extracomunitari che per ottenere la documentazione pagano un vero e proprio tariffario: 320 euro per un falso contratto di assunzione, 50 euro per ogni singola busta paga finta. Una volta ottenuti i documenti andavano in questura per il disbrigo delle pratiche. L'organizzazione era riuscita ad avere ramificazioni anche in Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna. Al momento sono 252 gli stranieri che avrebbero usufruito dei "servizi" dei cinque indagati. Le fiamme gialle hanno anche scoperto che 143 di questi avevano anche ottenuto il reddito di cittadinanza o l'assegno di disoccupazione, dopo essere stati licenziati per finta, per un danno erariale di circa 600 mila euro.