Chiesta ricusazione giudice
"Forse l'entusiasmo per un'inaspettata notizia ci ha oscurato la realtà, forse non interpretare la calma delle controparti, non ci ha fatto accendere i riflettori per osservare con la necessaria lucidità. La Presidenza del Consiglio ed il Mit si sono costituiti parte civile al Processo per il disastro del Ponte Morandi ma contrariamente alle prime sensazioni in aula, non e' coinvolta nell'iniziativa Aspi, che allo stato attuale non risulta interessata, questo e' inquietante". Lo afferma Egle Possetti, presidente Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi. Ieri, Possetti aveva commentato in modo positivo la costituzione di parte civile ma in aula non si era capito subito che l'atto escludeva Aspi. "In queste ore e' stato anche firmato un accordo parallelo fra MIT ed ASPI, (coincidenza originale) che porterebbe investimenti e ricadute sul territorio ligure, positivi se non ci fosse lo spettro all'orizzonte della firma definitiva dell'accordo fra Cdp ed Aspi per la cessione della concessionaria - dice ancora Possetti in una nota -. Temiamo che questa parziale costituzione al processo sia il triste preludio di quello che potrebbe avvenire, noi continuiamo a ribadire che questo accordo, se firmato, getterebbe al macero la memoria delle 43 vittime, lo Stato negherebbe la sua funzione di equita', costringerebbe ad un esborso miliardario e ci farebbe sentire ancora una volta dimenticati. Non permettiamo tutti insieme che passi questa vergogna, non premiamo chi non lo merita".
Il governo e il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili hanno chiesto di costituirsi parte civile nella prima udienza preliminare per il crollo del ponte Morandi. Una richiesta contro tutti i 59 imputati e la società Spea (la controllata che si occupava di manutenzioni e monitoraggi) ma non contro Autostrade. Una scelta, secondo diversi legali, legata all'accordo raggiunto tra Mims e Aspi che prevede alcuni impegni, tra cui l'esecuzione da parte della società di misure per la collettività per un importo di 3,4 miliardi e investimenti per 13,6 miliardi sulla rete ma anche per l'acquisizione da parte di Cassa depositi e prestiti delle quote di Atlantia. La prima udienza preliminare dell'indagine sulla tragedia del 14 agosto 2018, costato la vita a 43 persone, si è aperta con la ricusazione del giudice Paola Faggioni da parte dei difensori di Giovanni Castellucci e altri imputati. Secondo i legali il gup avrebbe già espresso un giudizio sulla vicenda nell'ordinanza delle misure nell'ambito dell'indagine sulle barriere fonoassorbenti. Per questo il magistrato ha rinviato all'8 novembre: la corte d'appello dovrà decidere se accogliere o meno l'istanza e quindi se il giudice dovrà essere cambiato.
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