Si facevano dare codici studenti per far saltare lezioni online
Incursioni nelle lezioni svolte con la didattica a distanza per farle saltare: tre ragazzi, due maggiorenni e un minorenne sono stati denunciati dalla polizia postale di Genova. Il gruppo era strutturalmente organizzato e agiva sistematicamente su tutto il territorio nazionale. Gli agenti sono partiti dalle denunce presentate dai presidi di diversi istituti già nel lockdown. I tre sono della provincia di Milano e Messina e facevano parte di gruppi Telegram ed Instagram, creati appositamente. A condividere i codici di accesso alle video-lezioni spesso erano gli stessi studenti, anch'essi individuati dai poliziotti. Gli studenti che fornivano i codici si sentivano al sicuro per l'apparente percezione di anonimato garantito dalle piattaforme social, riuscendo a pianificare attacchi durante le interrogazioni programmate. Tra i messaggi, erano presenti anche delle considerazioni sull'operato delle Forze dell'ordine: "La Polizia Postale non ha tempo da perdere per cercare di trovarci". Tutti gli indagati hanno ammesso le condotte contestate e dovranno ora rispondere dei reati di interruzione di pubblico servizio e accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico. Durante le perquisizioni, eseguite con l'ausilio del Compartimento Polizia Postale di Milano e della Sezione di Messina con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, sono stati sequestrati computer, tablet e smartphone che verranno analizzati dagli esperti della Postale per valutare la posizione degli altri giovani iscritti nelle chat utilizzate per le incursioni nelle lezioni.
"Ho interrogazione venerdì, ti mando il link così fai saltare tutto". E, ancora, "se vuoi che entri durante la lezione mi devi pagare". Si mettevano d'accordo su Telegram i "disturbatori" della Dad e gli studenti che non volevano farsi trovare impreparati a compiti e interrogazioni. Una volta entrati nelle riunioni i ragazzi mandavano video porno, bestemmiavano, urlavano, facevano risuonare "Faccetta nera". Sono più di 100 le incursioni segnalate alla polizia postale di Genova, guidata dalla dirigente Lucia Muscari e dal vice Roberto Surlinelli. Nei guai sono finiti due ragazzi di 19 anni e uno di 17: uno dei tre è anche considerato un influencer. Gli investigatori, coordinati dalla procura, hanno individuato due gruppi diversi che agivano durante il lockdown, ma sono tanti i canali Telegram e la cerchia degli indagati è destinata ad allargarsi. Al momento non è emerso se e quanto si facessero pagare per sabotare le lezioni on line. I tre denunciati hanno detto di avere fatto una bravata, senza nemmeno rendersi conto del danno fatto. Anche se, in alcune chat, scrivevano che "Telegram è crittografato e non rilascia i dati alla polizia postale".
Uno dei ragazzi denunciati per le incursioni durante la Dad è lo youtuber Bibo Player, soprannome del milanese Lorenzo Proserpi, influencer esperto di videogiochi e seguitissimo sul web con centinaia di follower. È stato lo stesso Bibo a postare un video dove raccontava della perquisizione. "Hanno bussato alle sette del mattino... io pensavo fosse una rapina e invece erano della polizia con un mandato di perquisa... per una cosa di un anno fa... ma io ho solo salutato qualche fan che me lo ha chiesto mentre la proff non c'era".
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