8 marzo: ingegnera Iit, parlare a bimbi contro stereotipi

Liguria

Sciutti, evoluzione società vedere ruoli che sono per tutti

(ANSA) - GENOVA, 08 MAR - Parlare ai bambini per far capire, una volta per tutte, che non ci sono sport da maschi e sport da femmina, lavori da maschi e lavori da femmina. Solo così sarà possibile portare le nuove generazioni a comprendere che non ci sono dislivelli, né limiti di genere alle possibilità. Ne è convinta Alessandra Sciutti, 38 anni, ricercatrice dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, che si considera 'baby sitter' di iCub, il robottino divenuto celebre per le sue straordinarie capacità e anche per quella faccia un po' così. "iCub non è né maschio né femmina - ha detto Sciutti -. In alcuni Paesi viene considerata una robot femmina in altri un robot maschio. Per noi è neutro". Ma lei, giovane 'ingegnera', ricercatrice responsabile dell'unità Cognitive Architecture for Collaborative Technologies (Contact) presso l'Iit, laureata in Bioignegneria e con un dottorato in Tecnologie Umanoidi, lei che ha indirizzato la sua ricerca allo studio dei meccanismi sensoriali, motori e cognitivi alla base dell'interazione umana, con l'obiettivo di progettare robot in grado di interagire in modo naturale con noi uomini, donna è donna. Ed è così convinta che parlare con i bambini potrà cambiare le cose che con il suo gruppo è stata testimonial per la Barbie Ingegnera robotica su Barbie magazine (Mattel) una campagna per promuovere le discipline STEM ( Science, Technology, Engineering and Math) tra bambine e ragazze. "E' importante soprattutto parlare ai bambini. E' un'evoluzione naturale della società quello di vedere questi ruoli che sono ruoli per tutti. Credo che Mattel stia facendo un tentativo molto importante di superare lo stereotipo della bambola fatua. L'idea di presentare una Barbie che non sia soltanto una ballerina o della veterinaria ma anche una ingegnera robotica è un passo avanti". (ANSA).
   

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