25 Aprile: il covid minaccia memoria vivente Resistenza

Liguria
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Il morbo ha già ucciso alcuni partigiani

C'è un intero mondo, la memoria ancora vivente della Resistenza, tra la generazione più anziana sotto attacco del coronavirus: "A Genova sono 350 i partigiani ancora in vita", racconta Massimo Bisca, presidente del'Anpi nella città medaglia d'oro alla Resistenza, Genova che si è liberata da sola. "Nel giro di pochi giorni - racconta - sono scomparsi Bruno Cristofanini, partigiano a 16 anni di Genova Cogoleto, Nereo Zopp di Sturla e poi personalità molto legate all'Anpi da una vita come Nino Rodà, o Franco Tassistro, molto conosciuto in Valpolcevera, della generazione attaccata di pochi anni a quella dei partigiani. Ora hanno tutti molta paura".
    "Noi per preservare la memoria a Genova per fortuna abbiamo un bel po' di materiale. A partire dal 2000 ho fatto interviste alle donne che hanno fatto la resistenza a partire - prosegue Bisca -. Rischiavamo di perdere un patrimonio notevole. Ci sono documenti anche scritti, e per fortuna interviste anche con registrazioni magnetiche, oggi non ci sono più donne". "Non è una guerra naturalmente, ma con questa epidemia ci sono tanti valori che abbiamo riscoperto con questa epidemia - aggiunge -: la solidarietà, che non è la stessa cosa di carità, lo stare insieme, uniti, il senso di appartenenza, di giustizia perch non è che se hai i soldi ti curo e se non ne hai no". "I valori che i nostri padri e madri ci hanno lasciato sono più che attuali, a loro basterebbe dire 'grazie'. La mia generazione grazie al loro insegnamento ha saputo affrontare momenti molto difficili bombe su treni o piazze o il terrorismo senza quei valori non avremo potuto farcela, ma c'era una grande volontà di massa di salvare la democrazia. Quest'anno il 25 aprile non avrà la gente in piazza - segnala Bisca -, ma ci saranno molte più persone che ricorderanno i valori di questa celebrazione". (ANSA).
   

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