Sindacati, opera necessaria per dividere merci da passeggeri
Corteo dei lavoratori del nodo ferroviario di Genova scesi in piazza per chiedere alle istituzioni un intervento nei confronti del consorzio Astaldi, che si era aggiudicato i lavori e che ha chiesto il concordato preventivo fallimentare e la cassa integrazione per tutti i lavoratori, 250 tra direttore e appalti solo nel nodo di Genova.
"Alla regione - spiegano i sindacati - abbiamo chiesto di fare in modo che il cantiere non si fermi e, nel caso in cui servissero alcune settimane di Cassa integrazione, sia l'Ente stesso ad anticiparle". In piazza una cinquanta di lavoratori, sia dell'impresa che degli appalti, che hanno ricordato l' importanza dell'infrastruttura. "Si tratta di un'opera fortemente voluta dalla cittadinanza - continuano i sindacati - che separando merci dai passeggeri diventa una sorta di metropolitana di superficie. Le istituzioni ci appoggiarono nel 2016 quando c'erano state già difficoltà e noi abbiamo ritenuto fosse un dovere informarle dei nuovi problemi".
"I cantieri del Nodo ferroviario di Genova non devono fermarsi per la seconda volta, il Codice degli appalti e la Legge fallimentare che non consentono a Rfi di portare avanti il cantiere devono essere cambiate nel più breve tempo possibile". Lo chiede il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti commentando l'annunciato stop ai cantieri dal 13 dicembre a causa del concordato preventivo fallimentare chiesto dal consorzio Astaldi, che si è aggiudicato la gara per la realizzazione dell'opera. Per Toti "il Governo deve dare i poteri a Rfi per realizzare l'opera con una procedura eccezionale". All'unanimità, intanto, il Consiglio regione della Liguria ha approvato un ordine del giorno che impegna la giunta ad anticipare, attraverso Filse, la cassa integrazione straordinaria per l'ottantina di lavoratori del consorzio.