Chiuse indagini su gruppo Orsero, associazione a delinquere

Liguria

Per accusa aveva struttura occulta per fondi neri, 16 indagati

 Una "stabile struttura occulta" organizzata per tenere da un lato la contabilità in nero delle varie società e dall'altro, attraverso società off-shore, fare rientrare quelle somme illecite per ripartirle al gruppo. E' quanto contestato dalla procura di Genova alla famiglia Orsero, che opera nell'import-export di frutta, nell'avviso di conclusioni indagini notificato a 16 persone. Nel registro degli indagati ci sono Luciano e Gianni Orsero, Maria Grazia Cassanini (moglie del fondatore Raffaello), Antonio, Raffaella, Anna Chiara Orsero, Pierangelo Ottonello, Rosetta Orione, Anna Maria Tacchini soci della holding del gruppo, Angelo Bonanata, Alessandro e Fabrizio Cavalli, Luigina Casti, Francesco De Lorenzo e Sara Valle. Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione a delinquere all'appropriazione indebita, fino al riciclaggio e l'intestazione fittizia di somme ed evasione fiscale. L'indagine era partita dai cosiddetti fidi facili di banca Carige ai tempi della gestione del presidente Giovanni Berneschi. Il gruppo Orsero avrebbe ricevuto 91 mila e non li avrebbe mai restituiti. "Tesi - spiegano i legali del gruppo - che è stata abbandonata dalla stessa procura".
    Secondo i magistrati Francesco Pinto e Marcello Maresca, i soci della holding Orsero avrebbero "costituito una associazione (nel 2008 Montecarlo Group poi Gf Montecarlo) per conseguire profitti occulti da attività in nero dalle società e il loro depauperamento". Bonanata, arrestato due anni fa mentre portava i soldi dalla Svizzera, per i pm avrebbe "su incarico di Antonio e Raffaella Orsero e Pierangelo Ottonello costituito società off-shore per ricevere e intestare in modo fittizio somme di illecita proprietà del sodalizio (sia mediante raccolta di contante proveniente da società estere del gruppo, sia mediante ricezione di somme frutto di sovra fatturazione)" ed era anche incaricato "ai successivi trasferimenti di parte delle stesse somme in Italia sia tramite società off-shore che tramite spalloni o atti di compensanzione".
    Per la procura così il gruppo si sarebbe appropriato di 127 milioni nel periodo compreso tra il 2006 e il 2016. Questa ultima tesi era però stata smontata dal gip che aveva respinto la richiesta di sequestro dei soldi sostenendo che i conti fatti dai pm non erano attendibili. Anche per quanto riguarda le contestazioni di evasione fiscale i legali fanno sapere che la maggior parte degli indagati a cui è contestato hanno fatto il ravvedimento operoso e versato le somme all'Erario. (ANSA).
   

Genova: I più letti