Procura Genova, archiviazione per pm toscani caso Open

Toscana

E a Firenze magistrati la chiedono per 6 indagati per traffico influenze

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Si riaccendono le luci sull'inchiesta Open a Genova e Firenze. Nel capoluogo ligure la procura chiede l'archiviazione per i pm toscani denunciati dall'ex presidente del Consiglio e senatore Matteo Renzi mentre in Toscana i magistrati chiedono l'archiviazione per sei indagati del filone sul presunto traffico di influenze.

La prima mossa arriva dalla procura di Genova che ha chiesto l'archiviazione per il procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, denunciati da Matteo Renzi e da Marco Carrai, ex membro del cda della fondazione Open. Secondo i due, la procura toscana aveva trasmesso al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che vigila sull'operato dei servizi segreti, atti dell'indagine che la Cassazione aveva definito invece "non trattenibili". Ma era stato il Copasir, scrivono i pubblici ministeri Francesco Punto e Vittorio Ranieri Miniati nella richiesta di archiviazione, a chiedere ai pm toscani di avere gli atti, per "esigenze di sicurezza nazionale". Turco e Nastasi sono stati indagati per abuso d'ufficio per poter procedere con gli accertamenti. La notizia della richiesta d'archiviazione arriva il giorno dopo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto all'Ispettorato generale di avviare un'indagine su quanto accaduto. "I fatti saranno oggetto di immediato e rigoroso, e sottolineo rigoroso accertamento conoscitivo, attraverso l'Ispettorato generale - ha detto Nordio -. Successivamente, questo dicastero procederà ad una approfondita valutazione di tutti gli elementi acquisiti al fine di assumere le necessarie iniziative".

L procura di Firenze ha chiesto invece l'archiviazione per 6 indagati nell'inchiesta Open. Si tratta del filone sul presunto traffico di influenze: la richiesta riguarda l'avvocato Alberto Bianchi, ex presidente di Open, Lino Bergonzi, ad di Renexia (gruppo Toto), l'imprenditore cinematografico Alessandro Di Paolo, il suo avvocato Luca Casagni Lippi. Richiesta di archiviazione poi per l'imprenditore fiorentino Patrizio Donnini e per la moglie Lilian Mammoliti, il primo accusato di false comunicazioni sociali insieme a Bergonzi - chiesta l'archiviazione anche per quest'ultimo - la donna per autoriclaggio.

 Per quanto riguarda i due pm toscani, la procura di Genova ritiene che il loro comportamento "è stato corretto perchè al Copasir non può essere opposto il segreto d'ufficio o il segreto professionale e bancario". "Correttamente - si legge nella richiesta di archiviazione - è stata ritenuta doverosa la trasmissione degli atti al Copasir per le valutazioni di competenza in punto sicurezza nazionale. Secondo la legge l'autorità giudiziaria non può non rispondere, al massimo ritardare la risposta motivandolo con ragioni di natura istruttoria". In questo caso quindi "la trasmissione degli atti era dovuta - conclude la Procura di Genova - non potendosi ritenere che la sentenza della Cassazione costituisse una ragione di natura istruttoria che avrebbe consentito al più un rinvio della trasmissione ma non certamente un rifiuto. Non si è trattato dunque di una indebita e intenzionale diffusione all'esterno del materiale sequestrato ma di una doverosa comunicazione istituzionale a un organismo parlamentare i chi membri sono tenuti al segreto d'ufficio". Contro l'ex procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, l'aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, Renzi aveva presentato un'altra querela accusandoli di aver acquisito illecitamente le sue chat e il suo estratto conto. E anche in quel caso la procura aveva chiesto l'archiviazione. Una decisione che secondo Renzi "era scontata dopo la frettolosa richiesta dei colleghi genovesi". Il gip aveva archiviato perché a suo giudizio i magistrati fiorentini non hanno violato né la Costituzione né la legge. (ANSA).
   

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