Mafia, Scandicci mostra auto distrutta di scorta Falcone

Toscana

La vedova di Montinaro: "Cosa Nostra esiste e si è evoluta"

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(ANSA) - SCANDICCI (FIRENZE), 24 NOV - Per l'iniziativa "Scandicci contro tutte le mafie" è esposta in questi giorni, in piazzale della Resistenza, la Quarto Savona Quindici, l'auto della scorta di Giovanni Falcone investita dall'esplosione nella strage di Capaci nella quale persero la vita di Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, oltre al magistrato e alla moglie Francesca Morvillo.
    A margine di un convegno Tina Montinaro, vedova del poliziotto, ha detto: "Vogliono farci credere che bisogna buttarci tutto alle spalle, e che la mafia non esiste più: quindi noi dobbiamo far capire alle nuove generazioni che la mafia esiste ancora, che è una mafia diversa, e che la memoria è importante". "Specie per i ragazzi del Nord - ha detto ancora - non essendoci morti, non c'è più la mafia. Invece non è così, è una mafia che si è evoluta. A loro non conviene più uccidere, con le stragi si sono dati la zappa sui piedi. Non si aspettavano che poi venisse fuori una coscienza di tutta la società". Oggi, ha concluso, le persone "devono essere attente, essere curiose, guardarsi attorno, devono farsi delle domande, e devono sempre andare alla ricerca della verità".
    "Non si è riusciti a incidere adeguatamente su questo rapporto tra alcuni esponenti dello Stato ed esponenti della criminalità di tipo mafioso", ha detto a Scandicci invece Luca Tescaroli, procuratore aggiunto della Dda di Firenze. "Le mafie - ha spiegato Tescaroli - sono riuscite a instaurare rapporti con gli esponenti delle istituzioni e del mondo economico-finanziario per riuscire a raggiungere i propri risultati, entrando quindi a pieno titolo nella gestione della cosa pubblica, nel controllo degli appalti, e anche penetrando le pubbliche amministrazioni, tessendo rapporti con esponenti politici". Quindi ha ammonito: "La mafia c'è, è vitale, porta avanti strategie di inabissamento ricorrendo agli atti di violenza solo quando è indispensabile: proprio per questo è più insidiosa e pericolosa, ragione in più per essere attenti nell'azione di contrasto e nell'azione preventiva da parte di tutti". (ANSA).
   

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