Il consigliere Mauro Paoloni, già vicepresidente della banca, ha confermato con un perentorio "sì" la natura ostile dell'offerta confezionata dal ceo di UniCredit, Andrea Orcel. S&P: “Non escluso un rialzo”. “Mossa non concordata”, ha fatto sapere il ministro dell'Economia Giorgetti
A Milano è il giorno del Cda di Banco Bpm: benché in agenda da tempo, il consiglio, inizialmente in programma a Verona, ha avviato una prima valutazione dell'offerta pubblica di scambio non concordata lanciata da UniCredit. L'offerta "non riflette in alcun modo la redditività e l'ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti di Banco Bpm", è il giudizio del consiglio dell'istituto che ribadisce come l'offerta non sia stata sollecitata e ricorda che il valore potenziale di Piazza Meda "è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate, che si aggiungono alle azioni già contenute nel piano industriale 2023-26 e che si tradurranno in un aggiornamento degli obiettivi del piano medesimo, già in parte anticipati al mercato". All'ingresso il consigliere Mauro Paoloni, già vicepresidente della banca, aveva confermato con un perentorio "sì" la natura ostile dell'offerta confezionata dal ceo di UniCredit, Andrea Orcel (CHI SONO GLI AZIONISTI DELLE DUE BANCHE). Intanto l’agenzia di rating S&P non ha escluso una partita al rialzo o delle controofferte in arrivo: "Il tasso di cambio proposto implica un prezzo dell'azione solo marginalmente superiore al prezzo di chiusura alla fine della scorsa settimana, non possiamo escludere una modifica dei termini dell'operazione per renderla più attraente o che altre parti mostrino interesse per Bpm”, hanno scritto gli analisti promettendo di seguire gli sviluppi della vicenda.
Banco Bpm: "Preoccupazioni per ricadute su lavoro e sociali"
Le sinergie di costo lorde stimate da UniCredit per 900 milioni sono "più di un terzo della base costi di Banco Bpm" e per questo "destano forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale", sottolinea il cda dopo aver analizzato l'offerta. "Peraltro tali sinergie, al pari di quelle di ricavo, non sono per nulla valorizzate nelle condizioni dell'offerta" si legge in una nota. Banco Bpm "rimane focalizzata sull'implementazione del piano 2023-2026, sull'esecuzione dell'Opa su Anima e sul conseguente aggiornamento del piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa ulteriormente contribuire all'obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli altri stakeholders del gruppo Banco Bpm", spiega il cda dell'istituto che ha esaminato l'Ops di UniCredit.
Agricole non ha chiesto di superare il 10%
Intanto il Credit Agricole, primo azionista di Banco Bpm con il 9,2% del capitale, non ha chiesto alla Bce l'autorizzazione a superare la soglia del 10% della banca guidata da Giuseppe Castagna, oggetto di un'offerta ostile da parte di UniCredit. Lo ha fatto sapere un portavoce della banca francese.
Il gelo del governo
Ieri è arrivato il blitz di UniCredit, nella forma di un’offerta pubblica di scambio volontaria da 10 miliardi su Banco Bpm per far nascere la terza banca europea per capitalizzazione di mercato. L'offerta, che mette a rischio il matrimonio con Mps, è indipendente dall'investimento su Commerzbank. “L’Europa ha bisogno di banche più forti”, ha detto il ceo di UniCredit Andre Orcel. Gelo del governo: “Mossa non concordata”, ha detto il ministro dell'Economia Giorgetti che evoca il golden power e, parlando di Commerzbank, ha citato von Clausevitz: “Il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti”. Duro il leader della Lega Salvini: “Non vorrei che qualcuno voglia fermare il matrimonio Bpm-Mps. Bankitalia che fa, vigila?”.
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Ft: “Orcel uno scacchista ma dovrà alzare l'offerta”
Secondo il Financial Times il ceo di UniCredit Andrea Orcel sta agendo come uno scacchista esperto, che crea opzioni adattando la strategia al contesto. Il suo primo approccio nell'Ops su Banco Bpm è stato di basso profilo e "difficilmente avrà successo" ma "dà ad Orcel spazio di manovra”. Per il quotidiano "UniCredit dovrà migliorare la propria offerta se vuole assicurarsi BPM". L’analisi sottolinea come “i giocatori di scacchi esperti non si impegnano a seguire un piano di gioco specifico fin dall'inizio. Creano opzioni e adattano la loro strategia man mano che procedono. L'amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, mostra un approccio simile al consolidamento bancario europeo. L'offerta da 10,1 miliardi di euro dell'istituto di credito italiano per il rivale nazionale Banco BPM, subito dopo l'acquisizione di una partecipazione nella Commerzbank tedesca, è un approccio basso che difficilmente avrà successo. Ma dà a Orcel spazio di manovra”.
S&P: fusione con UniCredit fa bene a rating Bpm
UniCredit, con il lancio di un'offerta per Banco Bpm, "si apre un'altra porta per la crescita inorganica", un'operazione che secondo S&P Global Ratings, insieme alla potenziale combinazione delle due banche, è "neutrale" per i rating di UniCredit (BBB/Stable/A-2) e "potenzialmente positiva per i rating sugli strumenti ibridi di Bpm". Dal punto di vista strategico, scrivono gli analisti dell'agenzia, "l'operazione ha senso per UniCredit, in quanto rafforzerebbe la sua posizione di mercato in Italia, in particolare nella parte settentrionale del Paese, più ricca, dove la banca è sottorappresentata". Il gruppo combinato deterrebbe una quota di mercato del 15% dei prestiti e del 14% dei depositi in Italia, riducendo il divario con il leader Intesa Sanpaolo e servirebbe 11 milioni di clienti. I rischi di esecuzione dell'operazione secondo S&P "sono mitigati dal fatto che si tratta di un'operazione sul mercato nazionale, dal know-how di UniCredit acquisito in precedenti consolidamenti e dalla somiglianza dei sistemi informatici da integrare". Detto questo "la tempistica di un anno per completare l'integrazione sembra comunque ambiziosa".