Olio d’oliva, un mercato in crisi per colpa del cambiamento climatico

A settembre, il prezzo dell’olio extra vergine di oliva ha raggiunto cifre record nei tre principali Paesi produttori: 908 euro ogni 100 kg in media in Italia, 841 in Spagna e 767 in Grecia. Un tendenza all’aumento che, stando ai dati raccolti dall’International Oil Council, si è affermata dal 2021 poi e che gli esperti attribuiscono alla diminuzione della produzione causata da eventi climatici estremi. Per i produttori, ad aggravare la situazione c’è anche l’arrivo sul mercato di prodotti contraffatti e i sempre più frequenti furti di alberi, rami e raccolti. Prezzi in aumento anche del 123% A livello globale, l’olio d’oliva rappresenta solo una minima frazione del consumo di oli commestibili: nel 2020, costituiva meno del 2% del mercato mondiale, alla pari con l'olio di semi di cotone e l'olio di cocco. L'olio di palma e l'olio di soia insieme rappresentano invece il 65% del mercato, mentre quelli di girasole e di colza rappresentano un ulteriore 24% combinato. Più della metà del consumo mondiale di olio d’oliva viene dall’Unione europea . A loro volta, oltre a essere i principali Paesi produttori di olio di oliva, Italia, Spagna e Grecia sono anche tra i principali consumatori: la Commissione europea stima che sia la popolazione italiana che quella spagnola consumino circa 500mila tonnellate d’olio d’oliva all’anno, mentre la Grecia ha il più alto consumo pro capite dell'UE, con circa 12 kg per persona all'anno. Bari in Italia, Chania in Grecia e Jaén in Spagna rappresentano i mercati dell'olio d'oliva più significativi dell'Unione Europea, dato che insieme coprono oltre il 60% della produzione mondiale. Secondo i dati più recenti dell’International Oil Council, nel 2023 i prezzi dell'olio extravergine d'oliva hanno subito aumenti vertiginosi: a Jaén ha raggiunto 797,5 euro ogni 100kg , a Bari 870 euro ogni 100kg e a Chania addirittura 770 euro per 100kg . Questi incrementi sono principalmente dovuti all’aumento di episodi di siccità, inondazioni e incendi, che hanno causato un drastico calo della produzione negli ultimi anni. Nella stagione 2022-23, la produzione spagnola è crollata a circa 663.000 tonnellate, il 56% in meno rispetto all'anno precedente. Questa diminuzione, unita alla bassa produzione in Italia , ha portato la produzione globale a 2,62 milioni di tonnellate, quasi un quarto in meno rispetto all'anno precedente. Le prospettive per la stagione 2023-24 non sono incoraggianti, con una produzione spagnola prevista di sole 737.000 tonnellate, circa la metà del normale. La situazione è particolarmente critica nel Sud della Spagna, dove la siccità e il caldo persistenti ricordano la grave siccità dei primi anni Ottanta, ma con conseguenze ora molto più gravi a causa del raddoppio della domanda globale di olio d’oliva negli ultimi 40 anni. Olio pericoloso Con l’aumento dei prezzi, sono aumentati anche i casi di etichettatura errata, potenziali frodi e problemi di sicurezza legati a oli contaminati. Lo confermano i dati richiesti dal Guardian alle istituzioni europee: nel primo trimestre del 2018 si registravano solo 15 casi, mentre nei primi tre mesi di quest'anno il numero è salito a 50, più del triplo. Dall'inizio del 2023, su 182 notifiche di frode e non conformità relative all'olio d'oliva inviate alle istituzioni europee, 54 riguardavano prodotti italiani, 41 spagnoli e 39 greci. Le tecniche di adulterazione variano dalla miscelazione di oli di alta qualità con adulteranti a più economici, alla creazione di miscele che imitano l'olio extravergine. A febbraio, ad esempio, in Germania è stato rilevato un caso di olio venduto come "extravergine d’oliva” proveniente da Israele: in realtà si trattava di olio lampante, una qualità d’olio considerata non idonea al consumo umano. A luglio, in Puglia, le forze dell'ordine hanno sequestrato 42 tonnellate di falso olio extravergine del valore di circa 90mila euro, insieme a clorofilla e altre sostanze utilizzate per alterare oli di qualità inferiore. Questi fenomeni evidenziano come il cambiamento climatico generi effetti collaterali imprevisti, tra cui l'aumento di attività criminali, e non solo quelle legate alla contraffazione alimentare. In Spagna, le bottiglie di olio d’oliva sono diventate alcuni dei prodotti più rubati nei supermercati, al punto che in molti punti vendita vengono applicate etichette antitaccheggio che possono essere rimosse solo dal personale. Sia in Italia che in Grecia, non è raro che negli uliveti non sorvegliati vengano rubati rami carichi di olive o addirittura alberi interi. I furti non si limitano alle olive: quando un intero albero viene abbattuto, i criminali lo tagliano in pezzi, vendendo il legno e portando le olive ai frantoi. Questo fenomeno non solo priva i produttori del loro raccolto, ma danneggia gravemente gli alberi, che impiegano anni per riprendersi.