Le concessioni balneari degli altri: come funzionano nel resto d'Europa

Francia In Francia l’accesso alle spiagge è libero e gratuito. Parte del litorale pubblico può essere offerto in concessione a un privato, ma con alcune limitazioni. La scelta del concessionario è in capo al prefetto, che deve organizzare gare pubbliche e trasparenti. La concessione deve essere accordata prima ai comuni o alle città metropolitane, e solo se questi enti locali rinunciano al proprio diritto di precedenza possono candidarsi i privati. Le concessioni non possono superare i 12 anni, un termine più breve rispetto a quanto accade nel resto d’Europa. La legge francese non prevede alcuna deroga o esenzione. Il concessionario può costruire sulla spiaggia strutture come chioschi e bar, ma a patto di mantenere libero almeno l’80 per cento del litorale e di utilizzare prefabbricati non ancorati al terreno in modo permanente in modo da poter liberare la spiaggia almeno 6 mesi all’anno. Queste strutture dovranno essere rimosse una volta terminata la concessione. Grecia In Grecia la scelta dei gestori privati delle spiagge pubbliche avviene attraverso procedure imparziali e trasparenti. La direttiva Bolkestein è infatti stata attuata già nel 2010. Esclusi sono gli hotel che si trovano sul litorale, che possono ottenere un’autorizzazione automatica annuale. Per evitare la proliferazione di queste strutture, dal 2011 in Grecia è vietata la costruzione di edifici entro i 100 metri dalla battigia. Portogallo Lisbona prevede che lo sfruttamento a fini turistici delle spiagge sia assegnato tramite un concorso selettivo pubblico. La legge portoghese garantisce tuttavia alcuni diritti acquisiti per i concessionari storici. Questi possono infatti esercitare una prelazione ed essere quindi preferiti agli altri offerenti. Questa scelta deve essere comunicata almeno un anno prima della scadenza. Una seconda prerogativa per i vecchi gestori è la proroga della concessione. Se infatti dimostrano di aver realizzato investimenti in più rispetto a quelli previsti inizialmente , possono richiede un rinnovo dell’autorizzazione fino a 75 anni. Per questo la Commissione europea nel 2022 ha aperto una procedura di infrazione contro il Portogallo per il mancato rispetto della direttiva Bolkestein. Spagna In Spagna le spiagge sono considerate libere dalla Costituzione del 1978, e non sono dunque soggette a concessione. Al più sono le aree interne, quelle che precedono la spiaggia, che possono essere concesse in utilizzo a privati. Come conseguenza della scelta presa dopo la fine del regime franchista, il Paese ha dovuto affrontare un lungo contenzioso con i privati proprietari delle strutture e dei chiringuito costruiti in precedenza sulle spiagge. Una prima legge stabiliva la possibilità per gli enti locali di requisirli. Successivamente per venire incontro ai precedenti proprietari, fu riconosciuta una concessione di 30 anni . Un termine rinnovato nel 2013 fino a 75 anni. Contro questa decisione è intervenuta la Commissione europea con una procedura di infrazione. Croazia In Croazia le spiagge sono proprietà del demanio, e dunque dello Stato, ma possono essere concesse ai privati per l’utilizzo commerciale. Per i gestori è possibile fare richiesta dello sfruttamento del litorale partecipando a gare pubbliche. La concessione rilasciata può durare tra i 5 e i 99 anni, a seconda degli investimenti richiesti e del tempo necessario per ripagarli. Nel caso di costruzione di edifici, la concessione può durare tra i 20 e i 50 anni . Per periodi più lunghi, il Governo croato deve ricevere l’assenso del Parlamento.

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