Alluminio ed economia circolare, l’esempio di CIAL fra riciclo e sostenibilità

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Con una media del 70%, il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio in Italia supera da anni gli obiettivi Ue al 2025 (50%) e al 2030 (60%). Numeri che hanno consentito di evitare emissioni serra pari a 417mila tonnellate di CO2 e di risparmiare energia per oltre 182mila tonnellate equivalenti di petrolio. Il Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio da anni persegue l’obiettivo “zero discarica, 100% recupero” ed è impegnato in numerosi progetti che perseguono lo schema “metal to metal loop”

 

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L’alluminio è un vero e proprio precursore dell’economia circolare: basti pensare che il 75% di quello da sempre prodotto nel mondo è tuttora in circolo. Si può definire il “material sharing” per eccellenza: è come se venisse momentaneamente impiegato in un bene per poi essere riciclato e diventare qualcosa di nuovo, all’infinito. Il modello italiano di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi in alluminio continua a rappresentare un’eccellenza nel panorama europeo, in linea con i principi del Piano d’azione per l’Economia Circolare. Lo confermano i dati resi noti nel corso dell’assemblea annuale di CIAL-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio: nel corso del 2023 è stato avviato a riciclo il 70,3% degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato (ovvero 59.300 tonnellate) e, con il recupero energetico, il totale di quelli complessivamente recuperati si assesta a quota 74,1%. Con una media del 70%, il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio in Italia supera abbondantemente, ormai da alcuni anni, gli obiettivi Ue al 2025 (50%) e al 2030 (60%). Numeri importanti che hanno consentito di evitare emissioni serra pari a 417mila tonnellate di CO2 e di risparmiare energia per oltre 182mila tonnellate equivalenti di petrolio.

Un lavoro di squadra

La scelta dei criteri di gestione della filiera del packaging in alluminio garantisce quindi all’Italia un rapporto costo-risultato tra i più efficienti d’Europa, realizzando un eccellente modello di sostenibilità sociale, economica e ambientale accanto a una relazione estremamente costruttiva con il territorio, grazie all’azione combinata di istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni. Gli stessi attori che oggi si trovano davanti a nuove e ancora più ambiziose sfide, come quelle indicate dal pacchetto sull’economia circolare adottato dal Parlamento Europeo e, in particolare, dal progetto legislativo che contiene le norme del pacchetto rifiuti. L’efficienza del sistema italiano è ancor più evidente se si analizza lo spaccato del tasso di riciclo per le sole lattine in alluminio per bevande, pari al 93,8% per il 2023. Un risultato da record, in linea con quello dei Paesi i cui sistemi sono basati sul deposito cauzionale e abbondantemente superiore al tasso medio di riciclo europeo del 76%.

La sfida di un approccio innovativo

CIAL, nell’ambito del sistema nazionale per la gestione del packaging, da venticinque anni opera nel nostro Paese per garantire la raccolta e il riciclo degli imballaggi in alluminio. La nuova sfida, oggi, più che quantitativa è qualitativa e riguarda la necessità di disporre di un atteggiamento e di un approccio nuovo e innovativo dal punto di vista culturale per agevolare la transizione dall’economia lineare a quella circolare e consolidare, quindi, le importanti performance e trend di crescita degli ultimi anni, introducendo gli strumenti e le azioni necessarie per determinare l’ordinarietà e la consuetudine di un nuovo modello di produzione, consumo e gestione di risorse e di energia. Le finalità, i principi e gli orientamenti di quella che oggi viene chiamata “Economia Circolare” sono ormai acquisiti e rendono pienamente consapevoli tutti gli attori coinvolti, inclusi i cittadini, del grande valore sociale, economico e ambientale, generato e condiviso universalmente, e in grado di garantire nuove forme di crescita e prosperità. E in questo proprio l’alluminio svolge un ruolo da protagonista, propulsivo all’interno del nostro sistema economico, per garantire e favorire, direttamente e indirettamente, uno sviluppo realmente sostenibile.

Cial
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Il circolo virtuoso di un materiale permanente

L’alluminio, come anche altri metalli, è un elemento e quindi non può essere distrutto, è un materiale che può essere trasformato in imballaggi e questi utilizzati per molte altre applicazioni, per produrre altri prodotti in altri settori come l’edilizia, l’automobilistico, e l’aerospaziale. Una volta che queste applicazioni raggiungono la fine del loro ciclo di vita, l'alluminio utilizzato può essere riciclato e riutilizzato per essere applicato nella produzione di un altro prodotto. Ciò dà luogo a un circolo virtuoso, motivo per cui la definizione di “materiale permanente” ha un valore non solo linguistico ma anche economico nel dibattito europeo sull’economia circolare. L’industria dell’alluminio è oggi riconosciuta come modello di riferimento, affine e coerente con i principi della Circular Economy, e impiega materia prima derivante, ormai, al 100% dal riciclo. L’alluminio è sempre più percepito come un materiale “permanente”, con la quale è difficile competere quando si parla di performance e di costi industriali, ambientali ed energetici. La logica del loop, ossia del recupero perpetuo, consente di mantenere costanti nel tempo le performance chimico-fisiche del materiale e di recuperarle ogni volta. Questo perché il processo di riciclo dell’alluminio consente un risparmio energetico pari al 95%. Il 5% residuo è quanto serve per ottenere nuovi prodotti in alluminio dal materiale già esistente. In altre parole, è come dire che l’alluminio estratto nell’ultimo secolo è ormai sufficiente per tutti gli usi e consumi. E, visto che tecnicamente l’alluminio non si consuma, ce n’è a sufficienza per i secoli a venire e potrebbe non essere più necessario avere miniere di bauxite, come dimostrato dal nostro Paese negli ultimi anni. L’alluminio oggi è quindi un partner strategico dell’economia circolare, non solo in quanto filiera industriale del materiale fine a se stessa ma anche per il contributo che, in nuove applicazioni o sostituzioni di materiali meno “green”, può garantire per favorire questo nuovo e irreversibile processo definito dalle politiche e dai progetti legislativi del Parlamento Europeo.

I progetti CIAL e lo schema “metal to metal loop”

In questo scenario CIAL è impegnato in numerosi progetti che hanno come obiettivo quello di evidenziare la principale caratteristica che regola la gestione degli imballaggi post consumo e dell’alluminio in generale: lo schema “metal to metal loop” e il concetto di metallo permanente. I principi dell’economia circolare sono saldamente intrecciati con i valori dell’alluminio, e viceversa. Da anni ormai il Consorzio persegue l’obiettivo “zero discarica, 100% recupero” e pone un’attenzione particolare, accanto alla raccolta differenziata - i cui margini di miglioramento e consolidamento paiono ormai guidati da una tendenza irreversibile - al recupero di tutte quelle frazioni fini come accessori, imballaggi e manufatti di piccole dimensioni che, “scartati” dagli impianti di selezione, fino a poco tempo fa dovevano essere smaltiti tramite i termovalorizzatori. Si tratta di quantità considerevoli di alluminio, così come emerso da periodiche analisi effettuate su questo tipo di materiale, che grazie alla disponibilità di idonee tecnologie per il trattamento potrà quindi rappresentare una grande opportunità per recuperare materiali altrimenti destinati a smaltimento.

Il Presidente Rea: “CIAL portavoce di un concetto evoluto di sostenibilità”

“Obiettivi sempre più ambiziosi di riciclo e una crescente richiesta di materiali e applicazioni durevoli impongono che proprio un materiale come l’alluminio, per definizione durevole e permanente, venga raccolto e recuperato anche nelle sue componenti più piccole e fini - spiega Carmine Bruno Rea, Presidente di CIAL - anche dopo la selezione e il trattamento dei materiali da raccolta differenziata, con importanti benefici in termini economici, sociali e ambientali. In linea con gli obiettivi e i nuovi scenari normativi sull’economia circolare”. “Fin dalla sua fondazione, CIAL si è fatto portavoce di un concetto evoluto di sostenibilità, capace di stimolare la cooperazione fattiva dei vari attori coinvolti nella filiera degli imballaggi in alluminio - spiega Rea - È una questione di responsabilità circolare che prevede che tutti concorrano al raggiungimento degli obiettivi generali di raccolta e di riciclo. È fondamentale che ogni cittadino sia sempre consapevole dell’importanza delle scelte in fase di acquisto dei prodotti e del suo comportamento nella gestione domestica dei rifiuti. Anche il più piccolo sforzo contribuisce in maniera determinante al raggiungimento di risultati importanti nel sistema complessivo di gestione dei rifiuti”.

Cial
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Le 5 regole dell’alluminio di CIAL

 

  1. Non solo lattine. Nella raccolta differenziata dell’alluminio, oltre alle più note lattine per bevande, vanno inseriti anche: vaschette e scatolette per il cibo, anche quelle per il cibo per animali, bombolette spray, tubetti per creme, conserve e prodotti sanitari e cosmetici, il foglio sottile come l’involucro del cioccolato e il rotolo da cucina, tappi, capsule e chiusure varie. Tutti questi imballaggi sono riciclabili al 100% e all’infinito.

 

  1. Mai da solo. L’alluminio non si raccoglie (quasi) mai da solo ma sempre con la plastica e/o il vetro. Segui le indicazioni del tuo Comune per un corretto conferimento, se vuoi dei chiarimenti sulla raccolta e sul servizio, chiama l’ufficio ambiente del tuo Comune.

 

  1. Anche sporchi purché vuoti. Ai fini del riciclo non è necessario sciacquare o lavare i contenitori di alluminio. Basterà rimuovere bene i residui di cibo o del prodotto contenuto.

 

  1. Piccoli ma preziosi. L’alluminio è prezioso, grazie al riciclo che consente enormi risparmi dal punto di vista energetico e ambientale. Per questo motivo anche le sue componenti più piccole, ad esempio i tappi a vite delle bottiglie d’acqua, vino, liquori e conserve, o anche i coperchi dei vasetti dello yogurt, vanno raccolti e recuperati.

 

  1. Compatta e appallottola. Separa l’alluminio dagli altri materiali: togli il tappo dalla bottiglia, stacca il coperchio dal vasetto dello yogurt, togli il cappuccio di plastica dalle bombolette spray (non l’erogatore). E compatta e appallottola insieme i pezzi più piccoli e sottili. Agevolerai così le fasi di selezione, fino al riciclo.

I numeri CIAL nel 2023

 

  • 241 imprese consorziate.

 

  • 434 operatori convenzionati, 209 piattaforme e 11 fonderie su tutto il territorio nazionale garantiscono la raccolta, il trattamento, il riciclo e il recupero dell’alluminio.

 

  • 5.481 Comuni (il 69% dei Comuni italiani) collaborano con CIAL alla raccolta differenziata degli imballaggi in alluminio, nell’ambito dell’Accordo Quadro Anci-Conai, su tutto il territorio nazionale. Sono 44,8 milioni di cittadini coinvolti (il 76% degli abitanti italiani serviti).

 

  • Quantità di imballaggi in alluminio immesse nel mercato italiano: 84.300 tonnellate.

 

  • Riciclo di 59.300 tonnellate di imballaggi in alluminio .

 

  • Recupero totale degli imballaggi in alluminio in Italia (quota di riciclo + quota di imballaggi avviati a recupero energetico): 62.500 tonnellate.

 

  • Riciclo: 59.300 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 70,3% del mercato.

 

  • Recupero energetico: 3.200 tonnellate (quota di imballaggio sottile che va al termovalorizzatore)

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