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Borse, il tilt informatico inguaia anche i listini: i settori più colpiti

Economia
©Getty

Listini europei in 'rosso', penalizzati dal calo dei prezzi delle materie prime e dalla flessione del settore tech mondiale, dopo il black out globale dei computer. A guidare i ribassi Francoforte dove il Dax cede l'1% a 18.163 punti, segue Parigi con il Cac a -0,69% a 7.534 punti, a Londra l'Ftse 100 arretra dello 0,60% a 8.154 punti. In calo anche Milano con l'Ftse Mib a -0,91%

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L'ondata di problemi informatici che ha paralizzato i computer a livello mondiale ha avuto gravi ripercussioni anche sul settore finanziario. Gli indici di Borsa hanno faticato ad aggiornarsi, e diverse istituzioni bancarie stanno ancora affrontando difficoltà operative.

La resposabilità di CrowdStrike

Tuttavia, il settore maggiormente penalizzato è stato quello delle compagnie aeree, dove i disservizi negli aeroporti stanno causando ancora adesso ritardi e cancellazioni di voli. I titoli delle compagnie sono scivolati praticamente tutti in territorio negativo. In prima linea tra i responsabili di questa crisi c'è CrowdStrike. L'azienda di sicurezza informatica, il cui sfortunato aggiornamento sembra aver paralizzato il cloud di Microsoft, subisce le conseguenze peggiori in Borsa con un calo a doppia cifra, mentre il colosso del software registra perdite ma riesce a evitare il tracollo.

Tutte le Borse in territorio negativo, Francoforte la peggiore

Più in generale, tutte le Borse europee hanno chiuso in territorio negativo. Piazza Affari, dopo lunghe interruzioni nella trasmissione dei dati, ha chiuso a -0,91% con il Ftse Mib a 34.215 punti. Il calcolo era fermo dalle 13 circa, ed è ripartito solo dopo le 17. Insieme al listino milanese si è riattivato anche il Ftse 100 della Borsa di Londra. Non a caso, visto che sono gestiti da Ftse Russel, società del gruppo London Stock Exchange, fortemente colpita dai problemi informatici di oggi. A Francoforte il Dax ha perso l'1,09% a 18.162 punti, il Ftse 100 di Londra ha chiuso a -0,61% e il Cac 40 a Parigi a -0,69%.

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La giornata a Piazza Affari

Tutti i listini sono stati penalizzati dal calo dei prezzi delle materie prime e dalla flessione del settore tech globale. A Milano maglia nera Nexi, che ha lasciato sul terreno il 3,81% con il titolo in chiusura a 5,656 euro per azione. Male anche Stmicroelectronics (-2,98%), Iveco (-2,77), Stellantis (-2,22%), A2a (-1,85%) e gli energetici, con Saipem che ha chiuso a -1,70%, Eni a -1,47% e Tenaris a -1,39%.

 

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Mercati finanziari in subbuglio da giorni

La pessima performance dei mercati finanziari non è dovuta unicamente al recente blackout informatico globale. L'umore sui listini è infatti negativo da giorni, nonostante un numero sempre maggiore di analisti sia convinto che la Federal Reserve si stia preparando a ridurre i tassi di interesse. Il recente Terzo Plenum del Partito Comunista Cinese non ha rassicurato gli investitori sulla validità delle misure economiche di Pechino, provocando una forte diminuzione del prezzo del rame, che si aspettava incentivi economici più consistenti. Il comparto dei semiconduttori continua a soffrire in attesa di nuove restrizioni statunitensi nei confronti delle aziende che operano con la Cina, un preludio alle possibili politiche future sotto la presidenza di Donald Trump.

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Occhi puntati sulle presidenziali Usa e sulla poltica sui tassi delle banche centrali

Tra le attuali incertezze geopolitiche e una campagna presidenziale statunitense nel pieno di un terremoto dopo l'attentato a Donald Trump e la possibilità che Joe Biden si ritiri, i mercati sono concentrati sulle prossime mosse delle banche centrali. La Banca Centrale Europea ha posticipato qualsiasi decisione riguardo un secondo taglio dei tassi di interesse a settembre. Anche se molti investitori prevedono una riduzione, Christine Lagarde ha sottolineato che la questione rimane aperta. Dopo l'ultimo incontro, le aspettative sui tagli dei tassi sono calate leggermente, passando da 47 a 44 punti base per il resto dell'anno. Secondo Bloomberg, tra i governatori della Bce sta prendendo piede l'idea che potrebbe essere sufficiente un solo ulteriore taglio, contrariamente alle previsioni iniziali che indicavano due riduzioni.

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