Bitcoin, oggi il nuovo halving: diventerà una "materia prima" più scarsa dell'oro
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Si apre un altro capitolo della storia della criptovaluta, nata nel 2009 dall'idea di un programmatore - tuttora ignoto - che si fa chiamare Satoshi Nakamoto. È previsto, infatti, un dimezzamento delle emissioni quotidiane: non verranno più creati 6,25 Bitcoin per ogni blocco di transazioni, ma 3,125. Con conseguenze molto importanti
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- Oggi comincia una nuova era per il Bitcoin. Scatta infatti il quarto halving della storia della criptovaluta, nata nel 2009 dall'idea di un programmatore, tuttora ignoto, che si fa chiamare Satoshi Nakamoto. In sostanza, oggi è previsto un dimezzamento delle emissioni quotidiane: non verranno più creati 6,25 Bitcoin per ogni blocco di transazioni, ma 3,125
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- Il dimezzamento comporta una diminuzione della creazione di Bitcoin, che da oggi passa da 900 a 450. La criptovaluta diventa quindi sempre più scarsa. Come scrive Il Sole 24 Ore, questo cambiamento era prevedibile: è stato lo stesso Nakamoto (o meglio, chi si cela dietro questo pseudonimo) ad averlo ideato e anticipato da tempo
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- L’ideatore del Bitcoin infatti ha previsto un halving più o meno ogni quattro anni, o più precisamente ogni 210mila blocchi di transazioni. Essi vengono inseriti ogni 10 minuti nella blockchain, letteralmente “catena di blocchi”. In pratica, si tratta di un archivio digitale diffuso, non custodito da alcuna istituzione pubblica, dove vengono registrati gli scambi di valuta virtuale, validati da soggetti tra loro pari
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- Come spiega Il Sole 24 Ore, attraverso l’halving (o dimezzamento) quadriennale, Nakamoto aveva intenzione di far diventare il Bitcoin una valuta digitale a inflazione decrescente programmata, in competizione le valute fiat - ossia le monete artificiali, non legate al prezzo delle materie prime, che basano sulla fiducia loro riposta da governi e banche centrali - che non prevedono limiti di emissione nel tempo
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- Al momento, la capitalizzazione in dollari del Bitcoin supera i 1.200 miliardi di dollari: un singolo Bitcoin corrisponde a più di 62mila dollari, ossia 58mila euro. E come scrive Il Sole 24 Ore, dopo l’halving di oggi, il tasso di inflazione della criptovaluta scenderà allo 0,86% (partendo dall’1,73%). Da qui, l’idea del Bitcoin come potenziale riserva di valore e il paragone con l’oro
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- Con l’halving di oggi, il Bitcoin diventa di fatto la “materia prima” più scarsa del mondo. Come lo sappiamo? Grazie al modello “stock to flow”, in cui si divide la quantità totale esistente di un bene (stock) con la quantità dello stesso bene prodotta in un anno (flow). Il risultato dà un’indicazione sulla scarsità di tale bene. Ma quali sono i valori attuali per l’oro e per il Bitcoin?
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- Per quanto riguarda l’oro, il rapporto tra la sua quantità estratta fino ad oggi e la quantità estratta in un anno è pari a 56,45. Per produrre la quantità di tale materia prima oggi esistente al mondo servono sostanzialmente 56/57 anni. E per il Bitcoin? Come scrive Il Sole 24 Ore, dopo l’halving la criptovaluta avrà un rapporto stock to flow di 118, più del doppio dell’oro. Insomma, come detto, diventerà la “materia prima” più scarsa al mondo
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- Secondo gli esperti, l’effetto più problematico dell’halving potrebbe ricadere sui miners, ossia le persone (o gruppi di persone) che utilizzano le loro risorse hardware per risolvere complessi problemi matematici e validare ogni 10 minuti le transazioni. Come ricompensa, ricevono nuovi Bitcoin creati ad hoc. Ma cosa rischiano in concreto?
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- L’halving può “influenzare significativamente la redditività dei miners - spiegano Valeria Portale e Giacomo Vella, codirettori dell’Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, citati da Il Sole 24 Ore -. Quando avviene un halving di Bitcoin, la ricompensa che i miners ricevono per ogni blocco minerato viene dimezzata. Questo riduce direttamente i loro guadagni potenziali”. E chi utilizza hardware meno efficienti potrebbe essere costretto a cessare la sua attività
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- Dopo i primi tre halving, spiegano ancora Portale e Vella, “abbiamo visto significative riduzioni” nella “potenza di calcolo complessiva impiegata per minare Bitcoin”. Ma questa riduzione nel lungo periodo si è assestata: la potenza di calcolo “ha poi seguito una traiettoria ascendente, dimostrando che si tratta solo di fasi di riassestamento temporaneo”