Benzina, superati i 2 euro al litro: ecco perché il prezzo continuerà a salire
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Nuovi rincari per i carburanti, che registrano prezzi medi superiori ai 2 euro al litro e in autostrada anche oltre i 2,5 euro al litro. L’esecutivo fa sapere che per ora non interverrà. “Esiste già una disposizione che in relazione a modifiche dei prezzi fa scattare un adeguamento, se si verificano le circostanze previste partirà. È evidente a tutti che il prezzo della benzina non dipende dalle decisioni del governo", ha dichiarato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
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- Non si fermerà presto la corsa dei carburanti. Ormai al servito siamo oltre 2,1 euro e anche nella fascia low cost (pompe bianche e self) si sfiorano i 2 euro al litro
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- Secondo la rilevazione di Quotidiano energia, lo scorso 8 aprile il prezzo medio per la benzina è 2,048 euro/litro, con punte di 2,131 al servito (1,911 nella fascia low cost delle pompe bianche in modalità self). Per il diesel si passa da un massimo di 2,030 e un minimo di 1,852
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- Alcune associazioni dei consumatori, come Assoutenti, segnalano punte di distributori già oltre i 2,5 euro per la benzina su alcune aree autostradali. Una tendenza consolidata più che una punta impazzita di speculazione da parte degli esercenti
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- A questo proposito il governo ha già fatto sapere che non interverrà. Durante la presentazione alla stampa del Def, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha dichiarato: “Il provvedimento attuale non prende in esame il tema dei rincari dei carburanti”
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- Come fa sapere l’esecutivo, gli strumenti per calmierare i prezzi della benzina esistono già. "Esiste già una disposizione che in relazione a modifiche dei prezzi fa scattare un adeguamento, se si verificano le circostanze previste partirà. È evidente a tutti che il prezzo della benzina non dipende dalle decisioni del governo", ha dichiarato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
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- Ma perché ci sono stati questi aumenti? La ragione è legata all’aumento dei prezzi delle materie prime: il greggio ha superato i 90 dollari al barile nelle quotazioni di Londra, dove il Brent è il punto di riferimento dei mercati europei, registrando un aumento del 20% rispetto ai minimi di inizio dicembre
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- Proprio a partire da questo dato si evince che i rialzi del prezzo alla pompa non siano finiti: nello stesso periodo gli aumenti per gli automobilisti italiani hanno fatto segnare più 7% per la benzina e più 5% per il diesel. Segno che il peggio deve ancora arrivare anche per l’inevitabile aumento della domanda connesso ai viaggi primaverili ed estivi. Simili prezzi non si vedevano da ottobre 2023
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- Incide anche il fattore geopolitico, visto che ci sono ancora due guerre che insistono su Russia, Ucraina e Medio Oriente, aree forti dal punto di vista della produzione. Inoltre, il mercato internazionale si è fatto sorprendere nel momento in cui la domanda di carburanti sui mercati occidentali cresce per motivi stagionali
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- Considerazione particolarmente vera per gli Stati Uniti: il traffico a singhiozzo attraverso il Mar Rosso e le tante petroliere deviate verso il Capo di Buona Speranza impatta per circa 2 dollari al barile, stimano gli analisti di Wells Fargo. Mentre sul fronte russo-ucraina l’effetto si concentra sugli ultimi attacchi da parte di Kiev alle raffinerie russe, che avrebbero distrutto 900 mila barili di capacità di raffinazione
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- A incidere sul prezzo anche il carico fiscale, che per l’Italia resta uno dei più alti: a marzo secondo i dati ufficiali del ministero accise e Iva hanno pesato per il 57% del prezzo finale della benzina e per il 52% di quello del diesel