Smart working, niente proroga per i fragili nel settore pubblico: cosa succede ora
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Respinto l'emendamento al decreto Milleproroghe sul prolungamento del lavoro agile fino al 30 giugno per alcune categorie di lavoratori della Pubblica amministrazione. Il governo tranquillizza: la legislazione già prevede strumenti per chi è in situazione di disabilità. Ma preoccupa la disparità con il settore privato
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- È stato respinto l'emendamento al decreto Milleproroghe presentato dal M5s sul prolungamento dello smart working per i dipendenti pubblici fragili. La proposta dei pentastellati prevedeva - per questa categoria di lavoratori - la possibilità di usufruire del lavoro agile fino al 30 giugno 2024. Il costo stimato era di circa 3,3 milioni di euro
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- Con la bocciatura dell'emendamento, resta la disparità tra lavoratori fragili del settore pubblico e privato sulla possibilità di svolgere il lavoro da remoto: per i primi il diritto allo smart working è scaduto a fine dicembre 2023, per i secondi varrà - per il momento - fino al 31 marzo 2024
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- Nel settore privato, i dipendenti con figli minori di 14 anni e i lavoratori fragili - previa certificazione del medico competente - hanno diritto allo smart working fino al 31 marzo qualora la loro prestazione lavorativa sia remotizzabile, cioè realizzabile da casa. Per i genitori c'è un'ulteriore requisito: nel nucleo familiare non deve esserci l'altro genitore che non lavora o è beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell'attività lavorativa
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- Dopo la bocciatura dell'emendamento, cosa accadrà per i lavoratori fragili del settore pubblico? Come affermato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani nel question time alla Camera (in foto), il 29 dicembre 2023 è stata emanata una direttiva che permette ai dirigenti pubblici di scegliere "l'utilizzo del lavoro agile orientandolo alla salvaguardia dei soggetti più esposti a rischi per la salute"
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- La legislazione, ha spiegato il ministro Ciriani, già prevede strumenti per andare incontro ai lavoratori in situazione di disabilità: per questo, secondo il governo, non sarebbe necessaria la proroga. La direttiva del 29 dicembre 2023 permette infatti al dirigente pubblico di concedere o meno lo smart working ai lavoratori fragili in base alle esigenze organizzative. Non si tratta di un diritto dunque, ma di una possibilità
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- Oltre alla proroga dello smart working per i lavoratori fragili della Pa, il M5s aveva proposto un altro emendamento per rendere strutturale il lavoro agile per i fragili sia del settore pubblico che di quello privato e per i genitori di figli con disabilità grave. Ma anche in questo caso il provvedimento è stato bocciato
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- In proposito, il ministro Ciriani ha detto che lo smart working è stato utilizzato in modo massiccio come "strumento emergenziale" durante la pandemia di Covid per evitare il contagio, aggiungendo che ora non può più essere impiegato allo stesso modo
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- In sostanza, ha spiegato il ministro Ciriani, "superata la fase emergenziale si è proceduto a un progressivo ritorno in presenza". Il lavoro agile è quindi tornato a essere uno "strumento organizzativo e di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro" regolato "dalla contrattazione collettiva"
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- Il M5s non accetta la spiegazione di Ciriani e va all'attacco. "Ancora una volta maggioranza e governo scelgono di girarsi dall'altra parte davanti alle nostre richieste di buonsenso", ha detto la deputata pentastellata in commissione Affari sociali Gilda Sportiello (in foto). "Continuano a perpetuare una discriminazione nei confronti dei fragili della Pa, la cui proroga del lavoro agile è scaduta il 31 dicembre e non è stata protratta, come avvenuto per i dipendenti privati. La nostra battaglia va avanti e non si ferma qui", ha aggiunto
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- "Il ministro Ciriani, presentatosi in luogo del collega Zangrillo (ministro per la Pa, ndr), si è limitato a ricordarci come funziona attualmente la normativa sul lavoro agile. Per questo ci sarebbe bastato andare su Google. Alla nostra domanda, quindi, non è stata data risposta", hanno aggiunto Gilda Sportiello e il collega pentastellato Andrea Quartini. "Il governo ha l'obbligo morale di farsi carico di queste cittadine e cittadini. Basta prese in giro e perdite di tempo", hanno concluso