Benzina, tornano i cartelli con i prezzi medi. La storia del provvedimento
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Il Consiglio di Stato ha sospeso l’esecutività della sentenza del Tar del Lazio che ha annullato il decreto ministeriale sull’obbligo di esposizione, ma non è ancora detto che l'obbligo rimanga in vigore: l'udienza per l'esame nel merito è fissata per l'8 febbraio 2024 e potrebbe portare a un nuovo ribaltone
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L'OBBLIGO
- Tornano obbligatori, almeno per ora, i cartelli con i prezzi medi dei carburanti. Dopo che il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta del ministero delle Imprese e del Made in Italy, sospendendo la sentenza del Tar del Lazio che annullava il decreto, i gestori delle pompe di benzina sono infatti tenuti a esporre i prezzi medi e aggiornali quotidianamente
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- Non è ancora detto però che l'obbligo rimanga in vigore anche nei prossimi mesi: l'udienza per l'esame nel merito è fissata per l'8 febbraio 2024 e potrebbe portare a un nuovo ribaltone sulla questione cartelli con i prezzi medi (i quali si aggiungono a quelli tradizionali con i prezzi praticati dall'impianto)
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- La decisione del Tar del Lazio, che ha annullato il decreto ministeriale, ha portato a una situazione di caos con le associazioni dei gestori, tra cui Fegica e Figisc, promotrici della causa, che nelle scorse settimane hanno dato indicazione ai benzinai di continuare a esporre i cartelli che avrebbero dovuto indicare i prezzi medi ma lasciandoli vuoti, senza cifre. Altri gestori invece hanno continuato ad aggiornare i prezzi medi
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- Nato con l'intenzione di aumentare la trasparenza nei confronti del consumatore, evitare speculazioni e ridurre i prezzi dei carburanti, o quanto meno a mitigarne l'aumento, l'obbligo è stato pensato e ideato dal governo lo scorso inverno quando i prezzi dei carburanti continuavano a salire
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- A gennaio 2023 il governo ha introdotto il decreto Carburanti che poi ha completato il suo iter parlamentare venendo approvato e convertito in legge dopo poche settimane
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- Il 31 marzo è stato firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso il decreto Trasparenza carburanti, il quale prevedeva l’obbligo di esposizione del prezzo medio regionale (nazionale in autostrada) accanto a quello praticato negli impianti a partire dal primo agosto 2023
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- Dal primo agosto è scattato l’obbligo per tutti i distributori di esporre i cartelloni con i prezzi medi di benzina e diesel. I gestori delle stazioni di servizio hanno quindi dovuto mettere ben in vista non solo i costi del proprio impianto ma anche quelli medi regionali o nazionali per favorire il confronto da parte degli automobilisti
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- Il 10 novembre il Tar del Lazio ha annullato il decreto accogliendo il ricorso proposto da Fe.Gi.Ca. - Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini, F.I.G.I.S.C. - Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti, e da alcuni esercenti
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- Il Tar del Lazio si è concentrato sulla natura del provvedimento. Secondo il tribunale amministrativo regionale "il decreto impugnato, per i suoi contenuti, presenta tutti i caratteri di una fonte normativa", con la conseguente "violazione delle norme procedimentali per la sua adozione", essendo "pacifico che, nel caso di specie, sono mancati sia la preventiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri, sia il parere preventivo del Consiglio di Stato"
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- A poche settimane dall'annullamento, il primo dicembre è arrivata la decisione del Consiglio di Stato che ha accolto la richiesta del ministero delle Imprese e del made in Italy e sospeso la sentenza del Tar del Lazio
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- Non è però ancora stata detta l'ultima parola: il Consiglio di Stato ha ritenuto necessario “un più approfondito esame” da svolgere nella sede di merito e ha fissato per la discussione l’udienza pubblica del 8 febbraio 2024