Dopo che nel 2022 "è stata evitata la contrazione attesa in precedenza" nello scenario di base elaborato da Francoforte "l’economia dovrebbe segnare una ripresa nei prossimi trimestri". Nel bollettino economico si segnala anche che "la produzione industriale dovrebbe aumentare con l’ulteriore miglioramento delle condizioni dell’offerta, la continua distensione del clima di fiducia e lo smaltimento dei numerosi ordini inevasi da parte delle imprese"
La Banca centrale europea rivede al rialzo di 0,5 punti percentuali le stime sul Pil dell'Eurozona, che nel 2023 dovrebbe calare all'1% dal 3,6% del 2022. Migliorano "considerevolmente" per la Bce anche le stime sull'inflazione, data nel nuovo bollettino economico al di sotto del 3% entro la fine del 2023, più bassa di un punto rispetto alle stime di dicembre grazie soprattutto ai prezzi in calo dell'energia. Ma per la Banca centrale i rischi per le prospettive di crescita sono orientati al ribasso, per la guerra e per le tensioni sui mercati che, se si protraessero, minerebbero la fiducia e inasprirebbero le condizioni creditizie.
"Rafforzamento crescita nel 2024-2025 risulta inferiore rispetto proiezioni di dicembre"
"Le proiezioni per la crescita nel 2023 sono state corrette al rialzo nello scenario di base, collocandosi in media all'1,0 per cento per effetto sia del calo delle quotazioni energetiche, sia della maggiore tenuta dell'economia a fronte del difficile contesto internazionale", si legge nel bollettino mensile della Banca centrale europea. Gli esperti della Bce si attendono poi che la crescita aumenti ancora, "all'1,6 per cento sia nel 2024 sia nel 2025, sostenuta dal vigore del mercato del lavoro, dal miglioramento del clima di fiducia e dalla ripresa dei redditi reali". Allo stesso tempo, "il rafforzamento della crescita nel 2024 e nel 2025 risulta inferiore rispetto alle proiezioni di dicembre, di riflesso alla politica monetaria più restrittiva".
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"Guerra in Ucraina resta rischio al ribasso su ripresa"
Per Francoforte "la guerra ingiustificata mossa dalla Russia all'Ucraina e alla sua popolazione continua a rappresentare un significativo rischio al ribasso per l'economia e potrebbe nuovamente spingere al rialzo i costi dei beni energetici e alimentari. Un ulteriore freno alla crescita nell'area dell'euro potrebbe inoltre derivare da un eventuale indebolimento dell'economia mondiale più brusco rispetto alle attese". Per quanto riguarda il mercato del lavoro nell'area euro, la Bce nota che "continua a mostrare vigore, malgrado l'indebolimento dell'attività economica". Il numero degli occupati è cresciuto dello 0,3 per cento nel quarto trimestre del 2022 e a gennaio 2023 il tasso di disoccupazione si è mantenuto sul minimo storico del 6,6 per cento. Secondo lo scenario di base degli esperti della banca centrale, "l'economia dovrebbe segnare una ripresa nei prossimi trimestri. La produzione industriale dovrebbe aumentare con l'ulteriore miglioramento delle condizioni dell'offerta, la continua distensione del clima di fiducia e lo smaltimento dei numerosi ordini inevasi da parte delle imprese. L'incremento delle retribuzioni e il calo delle quotazioni energetiche compenseranno in parte la perdita di potere di acquisto che molte famiglie avvertono per effetto dell'inflazione elevata".
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"Buona capacità tenuta banche, pronti a dare liquidità"
Il Consiglio direttivo della Bce "ha dichiarato che il settore bancario dell'area dell'euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità". Nel bollettino mensile si aggiunge che "in ogni caso, la Bce dispone di tutti gli strumenti necessari a fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell'area dell'euro, qualora ve ne sia l'esigenza, e a preservare l'ordinata trasmissione della politica monetaria". Per quanto riguada i prestiti concessi dalle banche alle imprese dell'area dell'euro, "sono divenuti più onerosi. Il credito alle imprese è diminuito ulteriormente, a seguito della minore domanda e delle condizioni di offerta più restrittive. Aumentato anche il costo dell'indebitamento delle famiglie, soprattutto a causa dell'innalzamento dei tassi sui mutui ipotecari". La Bce sottoliena che "i maggiori costi di indebitamento e il conseguente calo della domanda, unitamente a criteri di concessione del credito più rigidi, hanno determinato un'ulteriore riduzione della crescita dei prestiti alle famiglie".
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"Il rialzo dei tassi inciderà su economia reale e crescita"
La banca centrale ha poi analizzato le conseguenze della sua politica monetaria, sottolineando che "gli ulteriori aumenti dei tassi attesi dai mercati si trasmetteranno in misura crescente all'economia reale, con effetti di freno aggiuntivi derivanti dal recente inasprimento delle condizioni di offerta del credito. Questo, assieme al graduale venir meno delle misure di sostegno di bilancio e al perdurare di alcuni timori riguardo ai rischi per le forniture energetiche il prossimo inverno, inciderà negativamente sulla crescita economica nel medio periodo". Nel bollettino si specifica che "l'economia dell'area dell'euro ha ristagnato nel quarto trimestre del 2022; è stata pertanto evitata la contrazione attesa in precedenza. Tuttavia, la domanda interna del settore privato ha registrato un brusco calo. L'elevata inflazione, le attuali incertezze e le condizioni di finanziamento piùstringenti hanno compresso i consumi e gli investimenti privati, che sono diminuiti rispettivamente dello 0,9 e del 3,6 per cento. Secondo lo scenario di base, l'economia dovrebbe segnare una ripresa nei prossimi trimestri".
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"Tra dicembre e marzo spread su Btp giù di 36 punti base"
Gli esperti Bce hanni spiegato che "con l'acuirsi delle tensioni sui mercati, i corsi azionari delle banche europee sono calati e la propensione al rischio degli operatori di mercato è diminuita drasticamente, innescando un calo dei rendimenti dei titoli di Stato dell'area rispetto ai tassi swap. Il rendimento medio ponderato per il Pil dei titoli di Stato decennali ha chiuso il periodo di riferimento collocandosi 24 punti base al di sotto del livello di meta' dicembre 2022". Tale calo, per Francoforte, "ha rispecchiato una contrazione dei differenziali di rendimento dei titoli di Stato nei vari Paesi. Ad esempio, il differenziale sui titoli di Stato decennali italiani e' sceso di 36 punti base, mentre l'analogo differenziale sui titoli greci e tedeschi e' diminuito di 28 punti base".
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"Prezzi energia in calo, avviare rientro misure anti-shock"
Nel bollettino si affronta anche il tema energetico, spiegando che grazie alle forniture più sicure, "la dinamica dei prezzi dell'energia si è notevolmente moderata, il clima di fiducia è migliorato e ci si attende una lieve ripresa dell'attività nel breve periodo. Il calo delle quotazioni energetiche determina al momento un lieve alleggerimento dei costi, in particolare per i settori a elevato consumo di energia, e le strozzature dal lato dell'offerta a livello mondiale sono in larga parte venute meno. Ci si attende una prosecuzione del processo di riequilibrio nel mercato dell'energia e un miglioramento dei redditi reali". Secondo gli esperti dell'Euro Tower, "gli interventi pubblici volti a proteggere l'economia dall'impatto dei prezzi energetici elevati dovrebbero essere temporanei, mirati e modulati al fine di preservare gli incentivi a un minore consumo energetico. Con il calo delle quotazioni dell'energia e l'attenuarsi dei rischi per le relative forniture, è importante avviare il rientro di tali misure in maniera tempestiva e concordata". "Date le prospettive più favorevoli per le quotazioni delle materie prime energetiche - si legge più avanti nel bollettino - le misure di bilancio dovrebbero esercitare un ruolo in certa misura minore nel contenimento dei corsi dell'energia nel 2023 e, con il ritiro di tali provvedimenti, nel 2024 ci si attende ora un rimbalzo dell'inflazione dei beni energetici di minore entita'".