Nel suo ultimo report, l’agenzia di rating Usa prevede che l’espansione dell’economia italiana l’anno prossimo sarà nulla. A incidere sulle stime sono guerra in Ucraina, crisi energetica e alta inflazione, che secondo la società porteranno il nostro Paese sull’orlo della stagflazione. Abbassate da stabili a negative anche le prospettive del settore bancario
Nel 2023 la crescita del Pil italiano sarà nulla. Lo ha annunciato Moody's, secondo cui sull’economia della Penisola peseranno in maniera decisiva “la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l'alta inflazione". Non solo: nel suo ultimo report l’agenzia di rating ha anche abbassato “da stabili a negative” le prospettive del settore bancario nazionale spiegando che "l'aumento dei prezzi e dei tassi influenzerà il merito creditizio di molte imprese e famiglie e quindi innescherà la formazione di nuovi crediti problematici". Due stime che, unite al peggioramento dell’indice Pmi sulla manifattura europea, allunga l’ombra della recessione sul nostro Paese.
Le stime
“L'economia italiana registrerà una crescita zero nel 2023, dopo un'espansione attesa del 2,7% quest'anno”. Questa la previsione di Moody’s Investors Service, che nel documento cita esplicitamente un "rischio stagflazione" per il nostro Paese. Si tratta di una condizione in cui l'inflazione, tipica dei periodi di forte crescita, si manifesta invece in concomitanza con il rallentamento dei ciclo economico. Quanto agli istituti di credito, che sono il vero oggetto dello studio, peggiorerà "poiché la crisi energetica, il carovita elevato e l'aumento dei tassi di interesse indeboliscono la crescita economica". Una dinamica che l’agenzia di rating prevede anche per altri cinque Paesi: Repubblica Ceca, Germania, Ungheria, Polonia e Slovacchia. Salve invece Austria e Regno Unito, grazie a "capitale solido e margini migliorati che compenseranno le pressioni provenienti da venti contrari macroeconomici".
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Un quadro cupo
"Abbiamo modificato le prospettive in negativo per sei settori bancari poiché prevediamo un ulteriore deterioramento delle condizioni operative, con un indebolimento della qualità dei prestiti, della redditività e dell'accesso ai finanziamenti delle banche, sebbene l'impatto varierà da Paese a Paese", ha affermato Louise Welin, VP-senior credit officer di Moody's. "Le economie sono colpite dalla crisi energetica e dall'elevata inflazione in seguito all'invasione russa dell'Ucraina. L'aumento dei prezzi influenzerà l'affidabilità creditizia di molte imprese e famiglie, innescando la formazione di nuovi prestiti problematici", ha aggiunto.