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Manovra, gli aiuti contro i rincari prosciugano le risorse

Economia

Simone Spina

Il governo guidato da Giorgia Meloni vuole confermare e rafforzare l'argine ai prezzi di bollette e carburanti. "Un impegno finanziario imponente" che costringerà Palazzo Chigi a rinviare altri provvedimenti in programma. Per le pensioni si va verso una conferma dei meccanismi di anticipo esistenti. Tempi incerti per la tassa piatta

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Per arginare il caro energia serviranno molti denari pubblici e, di conseguenza, nella manovra per il 2023 non troveranno spazio alcune delle promesse economiche più ambiziose del centrodestra. “Un impegno finanziario imponente che drenerà gran parte delle risorse reperibili", ha detto Giorgia Meloni nel suo primo discorso alla Camera da capo del governo, aggiungendo: "Ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto avviare già nella prossima legge di bilancio”.

Freno al caro energia

La priorità dell'Esecutivo è mantenere e rafforzare gli aiuti a famiglie e imprese contro i rincari di bollette e carburanti. Per raffreddare l'inflazione ci si limiterà a interventi come il potenziamento del welfare aziendale o l’estensione dell’Iva agevolata (al 5%) a un maggior numero di prodotti di prima necessità.

Pensioni, rivoluzione rinviata

Per le pensioni, annuncia Meloni, saranno rinnovate le misure in scadenza a fine anno. Per cui Quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) potrebbe essere prorogata - forse con qualche correttivo per renderla meno rigida - in modo da evitare, da gennaio, di dover aspettare i 67 compleanni per l’assegno dell’Inps. Ma nessun intervento più strutturale dai costi elevati.

Taglio delle tasse, tempi incerti

Prudenza, e tempi incerti, per la riduzione delle imposte. La tassa piatta verrà introdotta (non è ancora chiaro quando) nella versione ridotta del programma unitario del centrodestra. Il quoziente familiare verrà varato progressivamente così come il taglio di 5 punti di tasse e contributi in busta paga. Meloni conferma la tregua fiscale, che dovrebbe assumere i contorni di una sanatoria, e una stretta sul reddito di cittadinanza per chi è in grado di lavorare.

Dialogo con Bruxelles

Il succo, in conclusione, è che non si devono creare voragini nei conti pubblici, sui cui aleggia lo spettro della recessione e un debito enorme che – sottolinea il premier – non si riduce “con gli avventurismi o con la cieca austerità” ma con la crescita. Questo governo, precisa Meloni, rispetterà le regole europee di bilancio ma darà il suo contributo per riformarle.