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Venerdì nero in Borsa dopo il rialzo dei tassi. Europa brucia 265 miliardi. Vola lo spread

Economia
©Ansa

Giornata difficile per Piazza Affari: è stata ampiamente la peggiore in Europa, appesantita dalla tensione sui titoli di Stato e di conseguenza sulle banche. L'indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con un tonfo, lasciando sul terreno il 5,17% a 22.547 punti e bruciando così quasi 39 miliardi di euro di capitalizzazione. Male anche gli altri Mercati europei: l'indice paneuropeo Stoxx 600 ha perso il 2,7%, mandando in fumo più di 265 miliardi di euro. Chiusura in calo anche per Wall Street: Dj -2,73% e Nasdaq -3,52%

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Ancora una giornata difficile per le Borse europee e per Wall Street. A pesare sia la decisione sul rialzo dei tassi presa dalla Bce sia il dato sull'inflazione Usa (a maggio all'8,6%, ai massimi degli ultimi 40 anni). Nel Vecchio continente l'indice paneuropeo Stoxx 600 ha perso il 2,7%, mandando in fumo più di 265 miliardi di euro di capitalizzazione in una seduta. Piazza Affari è stata ampiamente la peggiore, appesantita dalla tensione sui titoli di Stato e di conseguenza sulle banche. Milano ha chiuso la seduta con un tonfo: l'indice Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 5,17% a 22.547 punti, bruciando quasi 39 miliardi di euro di capitalizzazione in una sola giornata. Le vendite hanno colpito soprattutto i bancari, con il valore dei Btp ai minimi. Diversi titoli finanziari sono finiti in asta di volatilità: Bper, Unicredit, Banco Bpm, Unipol, Fineco e Banca Generali. Segno negativo anche in Europa: Francoforte ha ceduto il 3,13%, Parigi il 2,83%. Giornata in calo anche per Wall Street: a fine seduta il Dow Jones ha perso il 2,73% a 31.391,70 punti, il Nasdaq ha ceduto il 3,52% a 11.340,02 punti, lo S&P 500 ha lasciato sul terreno il 2,91% a 3.900,73 punti.

Peggiora ancora lo spread

Venerdì nero anche per lo spread fra Btp e Bund, che ha chiuso a 224,1 punti base. Il rendimento del decennale italiano è pari al 3,75%, un livello che non vedeva dal febbraio del 2014 e superiore all'impennata vista nel 2018, anno in cui il differenziale subì gli effetti dell'incertezza politica del nostro Paese.

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