In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Arera: l'energia sarà più cara a lungo. Ma le rinnovabili abbasseranno il prezzo

Economia

Lorenzo Borga

Per l'agenzia nel 2023 e 2024 luce e gas costeranno più dei prezzi storici pre-pandemia. Ma le fonti rinnovabili, a fine decennio, potrebbero permettere di abbassare i prezzi. LO SKYWALL

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Le bollette di luce e gas rimarranno care a lungo. È questo il messaggio poco rassicurante che Arera – l’agenzia che regola il mercato energetico - ha lanciato in audizione parlamentare: le quotazioni di luce e gas nel 2023 e nel 2024 “permangono superiori alle medie storiche dei prezzi e presentano, tuttavia, una relativamente elevata volatilità”. Ma le bollette saranno meno pesanti di quanto sono ora, almeno questa è la realistica speranza degli operatori: se e quando le tensioni tra Russia e Ucraina rientreranno, il mercato del gas naturale si normalizzerà e le riserve dei paesi europei torneranno a riempirsi, il prezzo dell’energia dovrebbe ridursi rispetto a oggi (nel primo trimestre 2022 la luce costa il 131 per cento in più di un anno fa, il gas il 94 per cento). Restando però mediamente più alto di quanto è stato negli ultimi anni pre-Covid.

L'impatto della transizione energetica

Questo fenomeno sul medio termine è dovuto in buona parte alla transizione energetica, che richiederà investimenti ingenti per ridurre l’impatto climatico del sistema energetico e durante la quale il gas naturale sarà la fonte primaria per la generazione di elettricità e il riscaldamento. Gas che abbiamo visto poter essere decisamente volatile e crescere molto di prezzo durante i picchi di domanda.

Il contributo delle rinnovabili

C’è però anche una nota di ottimismo tra gli operatori: una volta raggiunti gli obiettivi climatici previsti dai piani dell’Unione Europea, il prezzo dovrebbe scendere, anche sotto i livelli a cui siamo stati abituati storicamente. Questo perché generare energia da fonti rinnovabili – il solare, l’eolico e l’idroelettrico per esempio – ha costi fissi decisamente più bassi rispetto a quelli degli idrocarburi.

 

Una stima rilevante da questo punto di vista arriva da Elettricità Futura, la rappresentanza di Confindustria delle imprese elettriche. La bolletta di famiglie e imprese arriverà nel 2022 a costare in totale 95 miliardi di euro: sostanzialmente il doppio di quanto costata nel 2019, l’ultimo anno prima della pandemia. Facendo una stima, cosa sarebbe accaduto però se avessimo già raggiunto l’obiettivo 2030 del 72 per cento di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili? Ebbene quest’anno non avremmo sostanzialmente subito alcun rincaro, perché anche con il prezzo del gas alle stelle la bolletta sarebbe rimasta sui valori del 2019.

Per godere però dell’effetto-risparmio delle rinnovabili queste devono diventare predominanti nel nostro mix energetico. Fino a quando invece sarà il gas, come è oggi, a fornire la maggior parte dell’energia sarà questo a definire il prezzo dell’intera offerta di elettricità, secondo il meccanismo del prezzo marginale su cui negli ultimi mesi si è aperto un dibattito.