Interrotti i negoziati tra il governo italiano e il gruppo bancario sul Monte dei Paschi, dopo che gli sforzi per raggiungere un accordo sul piano di ricapitalizzazione sono falliti. A rischio settemila posti di lavoro
Ora è ufficiale: il ministero del Tesoro e Unicredit hanno interrotto le trattative su Monte dei Paschi di Siena. "Nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti - si legge in un comunicato - Unicredit e il Ministero dell'Economia e delle Finanze comunicano l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena".
Il nodo principale era la richiesta di Unicredit di una ricapitalizzazione di oltre 7 miliardi di euro. Una richiesta che il governo avrebbe respinto perché renderebbe l'operazione "troppo punitiva" per i contribuenti italiani.
Gli ostacoli
Già nelle scorse ore erano emersi i principali ostacoli all'origine dello stop alle trattative: la diversità di vedute sulle dimensioni e sui costi dei tagli dei posti di lavoro, nonché il modo di calcolo di Unicredit degli adeguamenti del valore sulle passività di Mps. Di fatto i crediti deteriorati e le pendenze legali avrebbero dovuto essere lasciati allo Stato, che peraltro ha già iniettato 5,4 miliardi di euro nelle casse della banca senese appena 4 anni fa. I dettagli erano emersi a 4 giorni dalla data entro cui Unicredit aveva chiesto di tracciare un accordo quadro per avere chiarezza sul futuro.
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Il governo
Interpellato a Bruxelles sull'argomento, Draghi aveva fatto capire di essere lontano dalla partita. "Non posso rispondere perché non lo so", ha detto il premier, che però, secondo alcuni, avrebbe un piano B e sarebbe pronto a chiedere a Bruxelles un’estensione del termine ultimo per vendere la quota di Monte dei Paschi, il che darebbe un po’ di tempo al Tesoro per trovare una soluzione alternativa.