Il ministro del Tesoro boccia l’ipotesi di cancellare i debiti accumulati per contrastare l’impatto della pandemia. D’accordo con lui il numero dell’Economia francese Bruno Le Maire. L’idea invece piace al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro
“I debiti per definizione vanno sempre rimborsati”. Il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri chiude la porta all’ipotesi che serpeggia da qualche tempo in Europa di dare un colpo di spugna a quella parte di debito pubblico che gli Stati stanno accumulando per contrastare l’impatto della pandemia.
Una posizione condivisa dal numero uno dell’Economia francese Bruno Le Maire. Al termine dell’incontro fra i due ministri a Roma, Le Maire ha, infatti, detto: “Ora stiamo spendendo, ma è una spesa fatta per salvare il lavoro e le imprese. Questo vuol dire aumentare il debito, ma il debito va rimborsato con crescita e riforme”.
Sulla stessa linea Gualtieri: “La strategia italiana per la cancellazione del debito è la sua riduzione attraverso un percorso di finanza pubblica incentrata sulla crescita e sugli investimenti”.
A causa dell’emergenza sanitaria il nostro Paese quest’anno ha messo a bilancio oltre 100 miliardi di euro di extra-spese. Deficit aggiuntivo, cioè soldi che non ci sono in cassa e reperiti sui mercati.
Ma nel governo ci sono posizioni diverse su questo tema. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro crede infatti che “la politica monetaria dovrebbe supportare le politiche espansive degli Stati in ogni modo, inclusa – ha aggiunto in un’intervista a Bloomberg – l’idea di cancellare il debito acquistato con i titoli di Stato durante la pandemia o rendendoli perpetui”, cioè senza scadenza e, quindi, senza doverli rimborsare a chi li ha comprati.
La Banca Centrale Europea, tuttavia, ha già bocciato un’eventuale cancellazione dei debiti contratti durante la crisi, ritenuta, invece, “interessante”, dal presidente dell’Europarlamento David Sassoli.
“Leggo sempre con interesse tutto quello che dicono i rappresentanti del Parlamento Ue e soprattutto i presidenti”, ha spiegato il capo della Bce Christine Lagarde. Che ha chiuso la faccenda in modo lapidario: “Tutto ciò che va in quella direzione è contro i Trattati, c'è l'articolo 103 che proibisce quel tipo di approccio e io rispetto i trattati. Punto”.