L’allarme del Fondo monetario internazionale: l'attività economica globale "ha iniziato a rafforzarsi. Ma non siamo ancora fuori dai guai". L’appello al G20 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali: servono "sforzi collettivi per rilanciare la crescita". Preoccupa il possibile balzo dei default fra le imprese: "L'aumento maggiore sarebbe in Italia". Sugli aiuti per far fronte all’emergenza Covid: vanno "mantenuti per il tempo necessario”, ritirarli costerebbe di più
"Siamo entrati in una nuova fase della crisi, una fase che richiederà ulteriore agilità politica e azione per assicurare una ripresa durevole e condivisa". È l’allarme lanciato dal direttore generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, che in vista del G20 dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del 18 luglio sottolinea: dopo la pandemia di coronavirus l'attività economica globale "ha iniziato gradualmente a rafforzarsi. Ma non siamo ancora fuori dai guai" (CORONAVIRUS: GLI AGGIORNAMETI LIVE - LO SPECIALE)
Forte incertezza, servono sforzi collettivi dal G20
I livelli di ripresa, spiega il Fmi, ha iniziato a riprendersi da livelli molto bassi ma l'incertezza resta alta. Al G20 il Fondo chiede "sforzi collettivi": "sono essenziali per mettere fine alla crisi finanziaria e rilanciare la crescita". "Molti Paesi saranno profondamente colpiti dalle cicatrici economiche della crisi" del coronavirus: "preoccupano" i problemi del mercato del lavoro con alcuni Paesi che fra marzo e aprile hanno perso più posti di quanti ne avessero creati dalla fine della crisi finanziaria, afferma Georgieva. La pandemia, mette in evidenza, aumenterà probabilmente la povertà e le disuguaglianze, motivo per cui i Paesi del G20 sono invitati a lavorare insieme per sfruttare le opportunità offerte dalla crisi per un "futuro migliore".
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Allarme default per le pmi, specialmente in Italia
Il Fmi lancia anche l'allarme per il possibile balzo dei default fra le imprese. Le richieste per la bancarotta negli Stati Uniti nel 2020 hanno raggiunto livelli mai più visti dalla crisi finanziaria, e secondo un’analisi dello staff del Fondo su 17 Paesi, le bancarotte potrebbero triplicare da una media del 4% delle piccole e medie imprese prima della pandemia al 12% nel 2020 senza aiuti pubblici. "L'aumento maggiore sarebbe in Italia in seguito al forte calo della domanda aggregata e l'elevata produzione in industrie" che richiedono molti contatti.
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Mantenere gli aiuti all’economia, il ritiro costerebbe di più
Infine, sottolinea Georgieva, gli stimoli all'economia per far fronte all'emergenza coronavirus vanno "mantenuti per il tempo necessario e, in alcuni casi, ampliati". Gli aiuti concessi, spiega il direttore generale, hanno causato un "sostanziale aumento dei livelli di debito" e questo "è una seria preoccupazione. A questo punto della crisi, in ogni caso, i costi di un ritiro prematuro" degli stimoli "sono maggiori che il continuare" a elargirli.