Molise, arriva il reddito di residenza: 700 euro al mese a chi si trasferisce nei borghi

Economia

La misura, in via di definizione, coinvolge i Comuni con meno di duemila abitanti e vuole mettere un freno allo spopolamento. Il contributo massimo è di 24mila euro in tre anni. Trenta i giorni di tempo per proporre la propria candidatura

Settecento euro al mese se si sceglie di vivere in Molise. L'iniziativa si chiama “reddito di residenza attiva” e si pone l'obiettivo di mettere un freno allo spopolamento nei Comuni con meno di duemila abitanti, dove muoiono attività ed esercizi commerciali. Ce ne sono 100 su 136 nella Regione, che ha lanciato un bando che sarà pubblico a metà settembre: prevede il versamento dei 700 euro a chi sceglierà di prendere la residenza e aprire un’attività commerciale per almeno cinque anni nelle aree che rischiano di svuotarsi. L'idea è del consigliere Antonio Tedeschi, membro della giunta regionale di centrodestra presieduta da Donato Toma. 

Contributo massimo di 24mila euro in tre anni

Il contributo massimo sarà di 24mila euro in tre anni. Nel complesso, la cifra stanziata e autorizzata dal Ministero dello Sviluppo economico per la proposta del consigliere è di un milione di euro. Trenta i giorni di tempo per proporre la propria candidatura. 

Tedeschi: "Poniamo un freno allo spopolamento"

"Questa iniziativa - scrive su Facebook Tedeschi - è nata per porre un freno al triste fenomeno dello spopolamento. E seppur consapevoli che le agevolazioni contenute nell'Avviso Pubblico non rappresentano la panacea di tutti i mali siamo altrettanto convinti che possano costituire un primo passo verso la rivitalizzazione dei nostri piccoli borghi”. Ma, chiarisce Tedeschi, "non possono certo essere intesi come una forma di assistenzialismo, bensì come un tentativo di creare economia sul territorio ed attrarre nuovi residenti, stimolando anche le persone provenienti da fuori regione che hanno voglia di cambiare stile di vita”. “Si tratta - aggiunge il consigliere - del primo strumento in favore della rivitalizzazione economica e rigenerazione urbana dei piccoli comuni che, di fatto, non esclude potenziali e future misure a vantaggio di coloro che già popolano, con coraggio, ne siamo consapevoli, di questi centri”.

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