Herbert Diess, dopo l’incontro con Trump, rivela: Vw potrebbe usare le capacità produttive della Ford in Usa e sta considerando un secondo impianto nel Paese. Il presidente vede anche Bmw e Daimler. Sullo sfondo, le minacce di nuovi dazi su auto di importazione europea
Il ceo di Volkswagen, Herbert Diess, ha annunciato che la casa automobilistica tedesca è “in negoziati avanzati con la Ford per costruire davvero una alleanza automobilistica globale, che rafforzerà anche l'industria automobilistica americana”. L’annuncio è arrivato dopo un incontro alla Casa Bianca con il presidente Donald Trump e i suoi consiglieri economici. Diess ha aggiunto che la società potrebbe usare le capacità produttive della Ford in Usa e che sta considerando di realizzare un secondo impianto negli Stati Uniti. Investimenti saranno annunciati a gennaio o febbraio.
Trump ha incontrato Bmw, Volkswagen e Daimler
Ieri Trump, dopo le minacce Usa di imporre dazi del 25% sulle vetture di importazione europea, ha incontrato e corteggiato i rappresentanti delle tre maggiori case automobilistiche tedesche: Bmw, Volkswagen e Daimler. Il presidente ha strappato i primi impegni a rafforzare i loro investimenti e la loro produzione in Usa. La misura del 25%, che finora è stata congelata nell'ambito di negoziati più ampi con la Commissione europea, colpirebbe in particolare l'industria tedesca. Secondo il New York Times, Trump ha rassicurato i dirigenti di non avere piani immediati per imporre dazi sulle loro auto. I costruttori tedeschi avrebbero descritto i colloqui come amichevoli, anche se non hanno prodotto alcun risultato concreto. I partecipanti alla riunione, poi, avrebbero affermato che il rischio di tariffe punitive sulle auto tedesche sembra essersi attenuato, almeno per il momento. Anche se, hanno aggiunto, "nessuno sa quale potrà essere la decisione del presidente".
Volkswagen: “Negoziati avanzati con la Ford”
Dopo l’incontro con Trump, l’annuncio più forte è stato quello del ceo della Volkswagen riguardo ai “negoziati avanzati con la Ford” per “costruire un’alleanza automobilistica globale”. Un'alleanza che per ora, ha spiegato Diess, non prevede acquisti di azioni. “Stiamo costruendo un'alleanza con Ford che rafforzerà la posizione della Ford in Europa attraverso la condivisione di piattaforme produttive", ha detto il ceo. Per contro anche Vw, travolta in Usa nel 2015 dallo scandalo Dieselgate, potenzierà la sua presenza negli Stati Uniti: “Potremmo usare le capacità produttive della Ford in Usa per costruire le nostre auto”. Non solo. La Volkswagen, che ha già un impianto a Chattanooga, Tennessee, sta considerando di realizzare una seconda fabbrica: forse sempre nello stesso Stato, ma potrebbero esserci altre opzioni. L'annuncio degli investimenti e dei dettagli è stato rimandato a gennaio o febbraio.
Bmw: altri 600 milioni di dollari di investimenti
Anche Bmw, rappresentata dal direttore finanziario Dieter Zetsche, ha annunciato che investirà altri 600 milioni di dollari entro il 2021, dopo i 9,3 miliardi di dollari già spesi negli Usa, e che aggiungerà mille dipendenti ai 10mila impiegati nel suo impianto di Spartanburg, in South Carolina. Bmw studia anche la possibilità di realizzare una fabbrica negli Usa, ma ha precisato che finora non è stata presa alcuna decisione. "Un incontro costruttivo", ha commentato in una nota il gruppo bavarese. Che ha voluto sottolineare, però, come solo la Commissione europea possa condurre negoziati commerciali in nome dei Paesi membri della Ue e delle sue imprese.
Daimler: “Vogliamo ampliare gli affari in Usa”
Un commento è arrivato anche da Dieter Zetsche, ceo di Daimler. "L'America per noi è il mercato più importante e noi vogliamo ampliare gli affari in Usa", ha detto al quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt dopo l'incontro con Trump. La Casa Bianca si è limitata a far sapere che il presidente “ha condiviso il suo desiderio di vedere tutti i produttori automobilistici produrre negli Stati Uniti e di creare un ambiente più favorevole alle imprese". Oltre a Trump, i dirigenti della tre società tedesche hanno incontrato i suoi consiglieri economici. Tra questi il segretario al commercio Wilbur Ross, che ha sollecitato un aumento della loro produzione in Usa. Per gli Stati Uniti si tratta di ridurre il loro deficit commerciale nel settore, pari a circa 30 miliardi di dollari, poco meno della metà dell'intero deficit commerciale con Berlino.