La conferma del titolare dell’Economia dopo la riunione dell'Ecofin, dove ha incontrato anche Moscovici. Approvate raccomandazioni Commissione, che chiedono a Italia “sforzo strutturale di almeno lo 0,3% del Pil”. Ministro: manteniamo spesa investimenti
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria parla dopo la riunione dell’Ecofin, dove ha incontrato anche il commissario Ue Pierre Moscovici. “Per il 2018 non cambiamo i nostri obiettivi, si vedrà a consuntivo. Non ci sarà una manovra correttiva”, ha spiegato. E ha assicurato: “Riteniamo che sia sufficiente per raggiungere gli obiettivi”.
Per l’Italia “uno sforzo strutturale di almeno lo 0,3% del Pil nel 2018”
L’Ecofin, intanto, ha approvato le raccomandazioni specifiche per Paese pubblicate dalla Commissione Ue a maggio: per l'Italia chiedono “uno sforzo strutturale di almeno lo 0,3% del Pil nel 2018, senza alcun margine aggiuntivo di deviazione sull'anno”. Questo perché “c'è un rischio di deviazione significativa” dal percorso verso l'obiettivo di medio termine (Mto, o pareggio strutturale di bilancio). Nel 2019, scrive il Consiglio, “dato il debito sopra il 60%”, l'aggiustamento richiesto è dello 0,6%.
Tria: “Nessun allargamento di bilancio e nessuna restrizione”
“È probabile che dovremo rivedere il timing aggiustamento in relazione anche al rallentamento dell'economia”, ma “per il 2018 non cambiamo gli obiettivi. Si vedrà a consuntivo se abbiamo rispettato o no gli impegni con l'Ue”, ha commentato Tria. E ancora: “Riteniamo che non ci sarà nessun allargamento di bilancio e nessuna restrizione nel senso di manovra correttiva, l'abbiamo già detto. è probabile che il gap di 0,3 si colmi e se non si colma vedremo, discuteremo a consuntivo, a primavera”. Il ministro ha assicurato che “non ci sarà nessuna inversione di tendenza per quanto riguarda l'aggiustamento strutturale. La misura e i tempi sono gli unici in discussione. Non è in discussione che si prosegua aggiustamento”.
Tria: aumentare investimenti
Tria, da Bruxelles, ha poi ribadito che “il profilo di discesa del debito non sarà in discussione”, ma si deve “ribaltare la tendenza” di aumentare sempre la quota di spesa corrente a scapito degli investimenti. “In passato – ha detto – è stato concesso molto all'Italia per aumentare gli investimenti, ma poi si sono sempre ridotti nonostante la flessibilità ottenuta”, quindi “credo che il centro della questione sia quello, non tanto lo 0,1 o 0,2, questo sarebbe il vero aggiustamento del bilancio italiano”.