Il colosso di Cupertino, secondo il Financial Times, sarebbe il principale beneficiario della grossa riduzione delle aliquote sui profitti all'estero delle aziende americane, prevista nel testo approvato al Senato
Così Apple beneficerà della riforma fiscale
Il progetto di legge dei Repubblicani prevede che l’aliquota per i profitti esteri scenda a non più del 14,5 per cento, che vengano o meno riportati in patria. Si stima che Apple dovrebbe pagare circa 78,6 miliardi di dollari se dovesse riportare il denaro negli Usa con il regime fiscale attualmente in vigore. Ma il colosso di Cupertino rinvia continuamente il pagamento delle tasse dovute per i profitti all'estero. Molto difficilmente, quindi, con l'approvazione della riforma fiscale che è alle battute finali, le verrà presentato questo conto da 78,6 miliardi. Apple potrebbe vedersi ridotta questa cifra di 47 miliardi: secondo il testo approvato dal Senato il 2 dicembre, riporta il Financial Times citando il professor Richard Harvey della Villanova University, il colosso di Cupertino dovrebbe pagare immediatamente 31,4 miliardi di dollari sui passati profitti all’estero. Cifra che potrebbe scendere ulteriormente, dice il professor Harvey, a 29,4 miliardi se la Corte europea dovesse deliberare il pagamento dei 13 miliardi di tasse non versate all’Irlanda, dopo l’accordo con quest’ultima. Secondo Moody’s, riferisce il Financial Times, Apple possiede 252 miliardi di dollari all’estero tra liquidità e investimenti: un quinto di quanto detenuto globalmente da tutte le aziende americane all’estero.