In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Ocse: "Laureati italiani poco preparati, regioni del Sud indietro"

Economia
Foto d'archivio

I dati mostrano che solo il 20% dei nostri concittadini, tra i 25 e i 34 anni, ha raggiunto la laurea. Carenza di competenze registrata soprattutto in lettura e matematica. Ma le riforme, come il Jobs Act, hanno creato "circa 850mila" posti di lavoro

Condividi:

Poco preparati e anche "bistrattati". È questa la condizione dei laureati italiani che emerge dal rapporto Ocse sulla Strategia per le competenze, secondo cui solo il 20% dei nostri concittadini, tra i 25 e i 34 anni, ha raggiunto la laurea, rispetto al 30% della media. Non solo: in Italia continua a esserci un grande divario tra Nord e Sud. Le regioni meridionali, infatti, "restano molto indietro alle altre". Tuttavia, le riforme strutturali, tra cui il Jobs Act del 2015, stanno contribuendo ad affrontare le sfide sull’occupazione: "Sono circa 850mila i posti di lavoro creati da quando queste riforme sono state adottate".

Il divario tra Bolzano e Napoli

Secondo i dati Ocse, "l’Italia, negli ultimi anni, ha fatto notevoli passi in avanti nel miglioramento della qualità dell'istruzione", ma le differenze fra le varie zone persiste, tanto che "il divario della performance in 'Pisa' - gli standard internazionali di valutazione -  tra gli studenti della provincia autonoma di Bolzano e quelli della Campania equivale a più di un anno scolastico". 

 

Poco preparati in lettura e matematica

Secondo i dati, in lettura e matematica, "gli italiani laureati hanno, in media, un più basso tasso di competenze" e questo li fa scivolare al 26esimo posto su 29 paesi Ocse. Inoltre l’Italia è "l'unico Paese del G7" in cui la quota di lavoratori laureati in posti con mansioni di routine è più alta di quella che fa capo ad attività non di routine.

Da Jobs act a sgravi: creati 850mila posti lavoro 

L’Ocse, però, ha sottolineato anche che la riforma del lavoro, il Jobs Act del 2015, fa parte di quelle iniziative messe in campo dal governo italiano per "affrontare le sfide sull'occupazione". Tutte le novità hanno fatto si che si creassero "circa 850.000 posti di lavoro" e "il numero di nuovi contratti a tempo indeterminato è aumentato". Anche se, tra i Paesi membri dell'Ocse, l'Italia rimane "al quartultimo posto per percentuale di donne occupate". Il nostro Paese, visto che molte donne non cercano nemmeno lavoro, fa registrare così "il terzo tasso di inattività più alto" nell'area che conta 35 Stati industrializzati. 
Oltre al Jobs Act, l’Ocse cita anche la riforma della Buona scuola, cioè quella dell’istruzione, evidenziando in particolare il piano per il digitale e l'Alternanza scuola lavoro.

Padoan, riforma istruzione più efficace per crescita

Il ministro dell'Economia pier Carlo Padoan ha commentato così i dati: "La riforma del sistema educativo, l'accumulazione del capitale umano, è la strategia di gran lunga più efficace nel lungo termine per far crescere benessere, ricchezza e prodotto". E ha sottolineato che ad averlo colpito di più è "l'impatto" misurato dall'Ocse del "ruolo delle riforme nel settore dell'educazione".