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In Italia crescono i piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili

Economia
Turbine eolice in un impianto tedesco (Getty Images)

Secondo l'Autorità per l'energia elettrica le centrali di dimensioni ridotte rappresentano il 22,2% della produzione nazionale. Il Consorzio italiano biogas conferma una produzione pari al fabbisogno di sei milioni di persone

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L'Italia è sempre più proiettata verso lo sfruttamento di energie rinnovabili. Lo confermano i dati dell'ultimo rapporto pubblicato dall'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, secondo cui i piccoli o piccolissimi impianti di produzione di energia alimentati da fonti rinnovabili attivi nel nostro paese nel 2015 erano ben 698.777. Un numero in aumento di circa 41mila unità (pari al 6,3%) rispetto all'anno precedente.

I numeri delle rinnovabili

Stando ai dati del rapporto dal titolo “Monitoraggio dello sviluppo degli impianti di generazione distribuita per l'anno 2015”, il sistema di piccoli impianti green avrebbe permesso di sviluppare, nell'anno preso in esame, una potenza superiore ai 30mila megawatt, equivalenti al 25% di tutta quella nazionale. I numeri indicano anche che le piccole centrali contribuiscono per il 22,2% alla produzione nazionale totale grazie a un'apporto di 62,8 terawattora (ovvero 62,8 bilioni di watt all'ora). Il trend di crescita degli impianti alimentati con rinnovabili è quasi del tutto legato allo sviluppo di quelli fotovoltaici (39.987 unità in più), mentre è stato più ridotto l'aumento degli impianti eolici (880), termoelettrici (458) e idroelettrici (259).

La quantità di energia prodotta

Il rapporto dell'Autorità per l'energia precisa anche l'aumento di potenza installata totale, pari a 208 megawatt, che tra il 2014 e il 2015 è stata legata alla crescita delle rinnovabili. Primi della lista, in quanto a generatori di potenza, sono stati gli impianti eolici con una crescita di 309 megawatt, seguiti dai fotovoltaici (141 Mw) e dagli idroelettrici (127 Mw). Numeri molto positivi, controbilanciati dal decremento della potenza relativa agli impianti termoelettrici (-368 Mw). Sul versante della produzione di energia si è registrata una flessione rispetto al 2014, con un calo di 1,5 TWh circa, da imputare al calo di produzione degli impianti idroelettrici (-3,2 TWh), che questa non è stata compensata dagli aumenti per gli impianti termoelettrici (+1 TWh), fotovoltaici (+0,45 TWh) ed eolici (+0,26 TWh). Infine nel settore degli impianti termoelettrici si è assistito a una crescita sia della produzione da impianti ibridi (+0,6 TWh) che da impianti alimentati da biomasse, biogas e bioliquidi (+0,31 TWh).

La crescita del biogas

Una buona notizia, quest'ultima, che giunge proprio nel giorno in cui il Consorzio italiano biogas (Cib) rende noti i numeri della filiera italiana del biogas in agricoltura che ogni anno, si legge in una nota, “valorizza 20 milioni di tonnellate di sottoprodotti e reflui zootecnici trasformandoli in energia elettrica rinnovabile, coprendo il fabbisogno di sei milioni di persone”. Dati positivi per un settore che complessivamente conta oltre 1500 impianti sul territorio nazionale grazie ai quali vengono prodotti ogni anno 9.37 TWh di energia elettrica. Una cifra importante destinata ad aumentare grazie a un nuovo decreto legge, atteso in Italia entro l'estate, che consentirà di produrre biometano per un potenziale di circa 8,5 miliardi di metri cubi fino al 2030 (il 15% del fabbisogno italiano annuo di gas naturale). Secondo Piero Gattoni, presidente del Cib, “l'Italia può recitare un'importante ruolo di avanguardia e di guida per quei Paesi in cui le bioenergie sono ancora in una fase primordiale di sviluppo. Il biometano offre molto di più dei vantaggi di un biocarburante avanzato”.