Bce: crescita debole in Eurozona, moderata ripresa nel 2015

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Per l'istituto di Francoforte "i progressi insufficienti sul fronte delle riforme strutturali" rappresentano "un rischio per le prospettive economiche". Draghi: i governi sanno cosa devono fare. Lagarde: serio rischio recessione

Crescita debole nell’Eurozona a ottobre. I dati del bollettino mensile della Bce confermano "l'indebolimento della dinamica di crescita nell'area dell'euro", pur rimanendo coerenti con una moderata ripresa nella seconda metà dell'anno. La Bce sottolinea inoltre come i "progressi insufficienti sul fronte delle riforme strutturali nei paesi dell'area euro” rappresentino “un cruciale rischio al ribasso per le prospettive economiche".

Lagarde, serio rischio recessione Eurozona - E lancia l'allarme anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde. Esiste "un serio rischio di recessione" dell'Eurozona, afferma. E aggiunge: "Non stiamo dicendo che l'Eurozona sta entrando in recessione ma affermiamo che esiste il serio rischio se non si fa nulla". Nell'area euro "c'è bisogno di riforme strutturali" afferma invece il presidente della Bce Mario Draghi.

Draghi, riforme strutturali necessarie -
"I governi dell'area euro - precisa Draghi - sanno bene cosa devono fare. Non hanno bisogno dei nostri consigli. Devono semplicemente attuare le loro specifiche nazionali riforme strutturali. E più vigorosamente lo fanno, più credibile diventerà la crescita potenziale e più velocemente la fiducia tornerà nell'area euro". E aggiunge: "Mi aspetto che il credito si riprenda presto l'anno prossimo".

Moderata ripresa nel 2015 - Guardando al 2015 comunque, rileva l'Istituto di Francoforte, "continuano a  sussistere le prospettive per una moderata ripresa nell'area dell'euro; occorre tuttavia seguire con attenzione i fattori e le  ipotesi principali che delineano questa valutazione". La domanda interna, sostiene la Bce, "dovrebbe essere sostenuta dalle  misure di politica monetaria, dai miglioramenti in atto nelle  condizioni finanziarie, dai progressi compiuti sul fronte del  risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali, nonché dal calo dei prezzi dell'energia che sostiene il reddito disponibile  reale. La domanda di esportazioni dovrebbe inoltre beneficiare della  ripresa mondiale".
Al tempo stesso, sottolinea, "è probabile che la  disoccupazione elevata, la cospicua capacità produttiva inutilizzata, il perdurare di un tasso di variazione negativo dei prestiti bancari al settore privato e gli aggiustamenti di bilancio necessari nei  settori pubblico e privato continuino a frenare la ripresa".

Patto di stabilità ancora della fiducia nelle finanze pubbliche - Per la banca centrale europea il Patto di Stabilità dovrebbe rimanere l'ancora della fiducia nella solidità delle finanze pubbliche. La flessibilità consentita nell'ambito delle regole dovrebbe "permettere ai governi di sostenere oneri di bilancio connessi a grandi riforme strutturali e politiche favorevoli alla crescita".

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