L'associazione degli industriali si allinea al pessimismo dell'Ocse e stima il Pil a -0,4% nel 2014, contro il +0,2% che aveva previsto a giugno. Padoan: “Prodotto interno lordo risalirà già dal prossimo anno e in misura crescente dagli anni successivi”
Confindustria si allinea al pessimismo dell'Ocse sull'andamento dell'economica italiana nel 2014 stimando una prosecuzione della recessione che porterà il Pil a -0,4% quest'anno. Un segno più, ma solo di mezzo punto, dovrebbe arrivare nel 2015 ma a patto che nella legge di Stabilità si agisca rapidamente tagliando il cuneo fiscale e rilanciando gli investimenti.
Nella serata di martedì arriva il commento del ministro Padoan, che conferma: "Può darsi che quest'anno avremo un numero (del pil) negativo ma sarà molto più piccolo del passato". Precisando poi che "risalirà già dal prossimo anno e in misura crescente dagli anni successivi".
La recessione prosegue - Nel rapporto che contiene le nuove stime macroeconomiche del Centro studi di Confindustria (Csc) si legge che in Italia "più che di ritorno in recessione si dovrebbe parlare del suo proseguimento, sebbene meno intenso rispetto a quanto accaduto da fine 2011 a metà 2013. L'immagine complessiva è di assestamento. Il rischio è di essere in presenza di una subsidenza", cioè lento sprofondamento.
Agire su cuneo fiscale e investimenti - Il governo, sollecita Confindustria, "deve reagire tempestivamente" nella legge di Stabilità di metà ottobre "operando su cuneo fiscale e investimenti pubblici e privati". Renzi ha annunciato la scorsa settimana che in finanziaria ci sarà un taglio delle tasse sul lavoro ma senza specificare la modalità.
Gli impegni di budget e il nodo delle coperture - Gli impegni di budget per il prossimo anno ammontano a 18,6 miliardi, stima Confindustria, di cui 2,7 miliardi sono stati coperti con il decreto Irpef, restano quindi da trovare 15,9 mld che, per il Csc, sono "somme consistenti che i tagli di spesa indicati dalla spending review (17 mld nel 2015, ndr), al netto di quelli già deliberati, non sono per l'anno prossimo sufficienti a coprire". Il rischio è il ricorso a "coperture più tradizionali" come l'aumento delle tasse e i tagli lineari.
Il deficit/Pil resta invece quest'anno nei limiti del 3% (da 2,9%) grazie alla minore spesa per interessi derivata dal calo dei tassi e nel 2015 è visto a 2,9% (da 2,5%).
Le stime di giugno - Nelle precedenti stime di giugno l'associazione degli industriali vedeva un Pil a +0,2% nel 2014 e a +1% nel 2015, ma ormai quelle cifre sembrano lontane e lo stesso premier Matteo Renzi ha detto la scorsa settimana che per l'anno in corso l'economia balla intorno allo zero.
Nella serata di martedì arriva il commento del ministro Padoan, che conferma: "Può darsi che quest'anno avremo un numero (del pil) negativo ma sarà molto più piccolo del passato". Precisando poi che "risalirà già dal prossimo anno e in misura crescente dagli anni successivi".
La recessione prosegue - Nel rapporto che contiene le nuove stime macroeconomiche del Centro studi di Confindustria (Csc) si legge che in Italia "più che di ritorno in recessione si dovrebbe parlare del suo proseguimento, sebbene meno intenso rispetto a quanto accaduto da fine 2011 a metà 2013. L'immagine complessiva è di assestamento. Il rischio è di essere in presenza di una subsidenza", cioè lento sprofondamento.
Agire su cuneo fiscale e investimenti - Il governo, sollecita Confindustria, "deve reagire tempestivamente" nella legge di Stabilità di metà ottobre "operando su cuneo fiscale e investimenti pubblici e privati". Renzi ha annunciato la scorsa settimana che in finanziaria ci sarà un taglio delle tasse sul lavoro ma senza specificare la modalità.
Gli impegni di budget e il nodo delle coperture - Gli impegni di budget per il prossimo anno ammontano a 18,6 miliardi, stima Confindustria, di cui 2,7 miliardi sono stati coperti con il decreto Irpef, restano quindi da trovare 15,9 mld che, per il Csc, sono "somme consistenti che i tagli di spesa indicati dalla spending review (17 mld nel 2015, ndr), al netto di quelli già deliberati, non sono per l'anno prossimo sufficienti a coprire". Il rischio è il ricorso a "coperture più tradizionali" come l'aumento delle tasse e i tagli lineari.
Il deficit/Pil resta invece quest'anno nei limiti del 3% (da 2,9%) grazie alla minore spesa per interessi derivata dal calo dei tassi e nel 2015 è visto a 2,9% (da 2,5%).
Le stime di giugno - Nelle precedenti stime di giugno l'associazione degli industriali vedeva un Pil a +0,2% nel 2014 e a +1% nel 2015, ma ormai quelle cifre sembrano lontane e lo stesso premier Matteo Renzi ha detto la scorsa settimana che per l'anno in corso l'economia balla intorno allo zero.