Unioncamere: "La cultura vale il 5,4% della ricchezza"

Economia

Secondo un rapporto dell'Unione italiana delle camere di commercio e della fondazione Symbola l'industria culturale frutta al Paese quasi 76 miliardi e dà lavoro a 1 milione e 400mila persone. Tra il 2007 e il 2011 il settore è cresciuto dello 0,9% l'anno

La cultura "frutta" al Paese il 5,4% della ricchezza prodotta, equivalente a quasi 76 miliardi di euro, e dà lavoro a un milione e 400 mila persone, il 5,6% del totale degli occupati in Italia, più del settore primario o del comparto della meccanica. E' quanto emerge dal Rapporto 2012 sull'Industria culturale in Italia, L'Italia che verrà elaborato da Symbola e Unioncamere, presentato venerdì 20 a Treia (Macerata), durante la prima giornata del seminario estivo della fondazione.

Se si allarga lo sguardo dalle imprese che producono cultura in senso stretto - industrie culturali e creative, patrimonio storico-artistico e architettonico, performing art e arti visive - a tutta la 'filiera della cultura', ossia ai settori attivati dalla cultura, il valore aggiunto prodotto schizza al 15% totale dell'economia nazionale e impiega ben 4 milioni e mezzo di persone, il 18,1% degli occupati totali.

Sacrificata spesso sull'altare della riduzione del debito pubblico, la cultura dimostra non solo di poter 'sfamare' il Paese, ma di 'far mangiare' già oggi quasi un quinto degli occupati italiani. I risultati dello studio, il primo a quantificare il peso della cultura nell'economia nazionale - spiegano Symbola e Unioncamere - "smentiscono chi la descrive come un settore non strategico e rivolto al passato, e la inquadrano invece come fattore trainante e di rilancio per molta parte dell'economia italiana, una delle leve per ridare ossigeno ad un Paese messo a dura prova dalla perdurante crisi".

Nel quadriennio 2007-2011, la crescita nominale del valore aggiunto delle imprese del settore culturale è stata dello 0,9% annuo, più del doppio rispetto all'economia italiana nel suo complesso (+0,4% annuo). Un dato che si riflette anche sulla caparbia tenuta occupazionale del comparto: nello stesso periodo gli occupati nel settore sono cresciuti dello 0,8% annuo, a fronte della flessione dello 0,4% annuo subita a livello complessivo. E ancora, il saldo della bilancia commerciale del sistema produttivo culturale nel 2011 ha registrato un attivo per 20,3 miliardi di euro che ha permesso alla cultura di contribuire alla ripresa, seppur contenuta, del Pil tra il 2010 e la prima parte del 2011.

A livello di economia complessiva, invece, la bilancia indicava -24,6 miliardi. L'export di cultura vale oltre 38 miliardi di euro e rappresenta il 10% del totale complessivo nazionale. L'import e' pari a 17,8 miliardi di euro e costituisce il 4,4% del totale. Interessante anche la capacità attrattiva della cultura sul turismo: la componente attivata dalle industrie culturali è quantificabile nel 33,6% del totale della spesa turistica sul territorio nazionale, 23,3 miliardi di euro.

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